Inquinamento, nonostante il lockdown in aumento nel 2020 i giorni di superamento delle polveri sottili
Cresce il numero di sforamenti. Ma nessuna stazione Arpa ha oltrepassato i livelli di criticità

UDINE. Ormai da qualche anno nelle classifiche sui luoghi d’Italia in cui l’aria è più inquinata le città del nord la fanno da padrone. È uscito proprio in questi giorni un nuovo report dell’associazione Legambiente, e 4 dei primi 5 posti sono occupati da capoluoghi di provincia del vicino Veneto. Come fa notare Legambiente, lo smog (formato non solo da PM10, ma anche da PM2.5, biossido di azoto e anidride carbonica, tra le altre) causa la morte prematura di almeno 50 mila persone ogni anno in tutta Italia.
Per questo abbiamo deciso di analizzare i dati riportati da ARPA-FVG (aggiornati quotidianamente e disponibili qui). Ci siamo concentrati sulle PM10, ovvero le particelle che compongono il particolato e che raggiungono una dimensione massima di 10 micrometri (ovvero 10 centesimi di millimetro). Le particelle PM10 sono talmente piccole che possono essere respirate e dunque raggiungere parti interne del nostro sistema respiratorio.
Proprio per la loro pericolosità sono stati stabiliti dei limiti di legge: il limite giornaliero da non superare è quello di 50 microgrammi per metro cubo (µg/m³). Ogni anno questo limite giornaliero può essere superato per un massimo di 35 volte, mai oltre. Infine, la media annuale delle emissioni di PM10 non deve superare i 40 µg/m³. Come va la nostra regione, dunque? A prima vista sembra che i limiti siano rispettati: nessuna delle 29 stazioni ancora attive di ARPA ha superato nel 2020 la media annuale di 40 µg/m³. Nelle prime tre posizioni si trovano Morsano, Brugnera e Sacile, tutte e tre attorno ai 28 µg/m³.
[[(FckEditorEmbeddedHtmlLayoutElement) Emissioni annuali]]
Tuttavia, sono gli altri due limiti (quelli giornalieri) a causare maggiori problemi e difficoltà. Come abbiamo spiegato, viene fissato un certo limite giornaliero che non può essere superato più di 35 volte durante un anno. E qui arrivano le note dolenti: solamente l’anno scorso ben sei località hanno superato questo limite: Brugnera 67 volte, Sacile 53, Morsano 50, Pordenone centro 40, Porcia 38 e Malisana 37.
Dal 2006 ogni anno c’è stata almeno una stazione di rilevamento dell’aria che ha superato questo limite annuale (nel 2015 sono state 9). Sacile lo supera ininterrottamente dal 2015, Brugnera l’ha superato 8 volte negli ultimi 10 anni. E i primi dati del 2021 non promettono nulla di buono: Sacile l’ha già superato 7 volte, Brugnera 6 e Morsano 5 (dati aggiornati al 25 gennaio).
Com’è possibile che la media annuale venga rispettata mentre il limite giornaliero non altrettanto? Per farlo, è utile analizzare l’andamento giornaliero delle emissioni durante tutto l’anno. Nel grafico qui sotto vengono visualizzate le emissioni nel 2020 a Sacile (il grafico è personalizzabile, cliccando sugli appositi bottoni), da gennaio a dicembre: in rosso sono riportati i giorni in cui il limite giornaliero di 50 µg/m³ è stato superato.
Come si può vedere dal grafico, i mesi invernali sono quelli in cui l’aria è più inquinata, mentre in quelli estivi l’aria è più respirabile. Ed è proprio questo che spiega il perché le medie annuali non superano il limite: i valori dei mesi più caldi, infatti, “tirano giù” in modo deciso la media annuale.
Dunque da un lato abbiamo dei dati annuali che ci confermano che nessun luogo in Friuli-Venezia Giulia supera il limite pericoloso dei 40 µg/m³. Dall’altra parte, però, possiamo vedere come ci siano delle specifiche zone (il Pordenonese, ma non solo) in cui l’altro limite-chiave (quello giornaliero) viene varcato più e più volte, in particolare nelle settimane più rigide e fredde dell’anno.
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