Addio al brigadiere Andrea Stefanutti, aveva 51 anni: la sua vita e la sua carriera dedicate alla natura e agli animali

BORDANO. Aveva 51 anni Andrea Stefanutti, si è spento martedì 2 febbraio a causa di una malattia che lo aveva colpito circa un anno e mezzo fa. Era brigadiere capo qualifica speciale dei carabinieri forestali, da tanti anni lavorava nella sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Udine. La sua famiglia, originaria di Interneppo (Comune di Bordano), si era trasferita a Udine quando era piccolo e lui aveva frequentato le scuole prima in città e poi a Cividale, all’istituto agrario. Era quindi entrato, più di trent’anni fa, nel Corpo forestale dello Stato che, a seguito di una riforma del 2017, è stato assorbito dall’Arma dei carabinieri.
Il suo mondo era la natura: Andrea Stefanutti l’amava profondamente, tanto da essersi specializzato, a livello professionale, nella difesa della flora e della fauna selvatica da azioni di contrabbando (in base alla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie a rischio estinzione, Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora, in sigla Cites). Era un cinofilo, come dimostra la sua ricchissima libreria piena di volumi dedicata ai cani. Lui stesso ne aveva, in particolare di razza setter. Lascia i parenti e tanti amici perché, come sottolineano i suoi cari, «era riuscito a farsi benvolere in ogni ambiente che aveva avuto occasione di frequentare».
«Riservato, preciso e professionale, Andrea – come racconta Valter, uno dei suoi fratelli insieme a Silvano – era nato per fare proprio quel lavoro. Ma, esauriti gli incarichi d’ufficio, quando si era tra amici, era un compagnone, sempre con la battuta pronta e con il sorriso. Ricordo tanti momenti spensierati passati in famiglia, con i colleghi e assieme ad alcuni magistrati. Era anche un cacciatore ed è stato direttore della Riserva di Povoletto».
«La scomparsa prematura del brigadiere capo Andrea Stefanutti – sottolinea il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Alfredo Vacca – ci lascia addolorati, senza parole e crea un senso di vuoto e prostrazione, sia per la giovane età, sia perché era molto apprezzato per suo lavoro che svolgeva in modo serio e riservato, senza mai cercare il protagonismo. Sapevamo che non stava bene, ma speravamo che la situazione potesse evolvere diversamente». «Le sue qualità principali – spiega il luogotenente carica speciale Paolo Caccin, responsabile della polizia giudiziaria della Procura – erano gentilezza, bontà e generosità. Si è sempre impegnato al massimo nel portare a termine tutti gli incarichi ricevuti».
I funerali saranno celebrati venerdì 5 febbraio alle 14.30 nella chiesa di San Martino a Interneppo. Mentre giovedì 4 febbraio alle 19 nella medesima chiesa ci sarà il Rosario.
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