«Quella strada è pericolosa Sono troppi gli incidenti gravi»
Gli accertamenti in via Pordenone sullo schianto costato la vita a un 42enne Pochi rispettano il limite di velocità. E ora molti invocano misure più restrittive
Sigfrido Cescut
aviano
La Procura di Pordenone vuole fare chiarezza sulla morte di Muhammad Nawaz, che ha perso la vita a 42 anni in un incidente in via Pordenone, di fronte alla base Usaf. Lo scontro, avvenuto venerdì alle 10.30, è stato molto violento: in pochi secondi la Mazda guidata da Nawaz ha invaso la corsia opposta scontrandosi frontalmente contro un camion.
Un impatto che non ha lasciato scampo al 42enne e sul quale ora il sostituto procuratore Maria Grazia Zaina vuole fare chiarezza. Verranno disposti ulteriori accertamenti sulla salma e sono state ordinate verifiche anche sul cellulare. Dai primi rilievi effettuati dall’aliquota radiomobile di Sacile l’autista del camion, rimasto illeso, non avrebbe potuto evitare l’impatto con la Mazda che ha invaso la sua corsia. Ma per garantire gli accertamenti di legge, è possibile l’iscrizione dell’autista nel registro degli indagati: un atto dovuto che consentirà alla Procura di agire a garanzia di tutte le parti in causa.
Ad Aviano, intanto, si apre il dibattito sulla pericolosità della strada dove in passato si sono già verificati gravi incidenti.
È pericoloso il rettilineo di tre chilometri che costeggia la Base. Lungo la via c’è il limite di 50 chilometri ora, che in prossimità dell’entrata della base si abbassa a trenta. Il rettilineo, quasi ovunque, e sul posto dell’incidente, si caratterizza con la linea continua sulla carreggiata che impedisce i sorpassi. Chiunque osservi il nutrito traffico che corre ogni giorno davanti alla base statunitense, però si accorge che nessun veicolo, ma proprio nessuno, rispetta i limiti dei velocità e, in diversi casi, automobilisti cui andrebbe ritirata la patente, si sentono “in gara” con gli aerei F-16. I segnali verticali che impongono i 50 e 30 chilometri ora vengono sistematicamente ignorati, così come la linea continua sulla carreggiata.
Pur trattandosi di una strada dove la Regione è obbligata a gestire segnaletica e sicurezza, c’è da chiedersi se, su sollecitazione dell’amministrazione comunale, potrebbero essere installati più misuratori automatici di velocità.
L’incidente mortale di Muhammad Nawaz non è l’unico accaduto lungo il rettilineo dell’aeroporto militare e, più in generale, in via Pordenone, fra Aviano e Roveredo. Una tragedia che gli avianesi ancora ricordano, ha coinvolto due giovani studenti il 16 febbraio 1982. Wainer Pitter e Domiziano Ongaretto si stavano recando in moto alle scuole superiori di Pordenone, quando un’auto statunitense, bruciato lo Stop all’uscita dalla base, li ha investiti, uccidendoli. In epoche più recenti, anni or sono due militari statunitensi, alle prime ore del giorno, poco oltre l’entrata della base sbandando, sono deceduti nella loro auto in fiamme. Il 4 novembre 2014, all’entrata della base è toccato alla suora Luciana Del Piero rimanere gravemente ferita nella sua auto, scontratasi con un altro veicolo all’entrata della Base. Il 30 agosto 2015, poco più avanti un’altra vittima: Roberto Scussat, avianese impiegato all’aeroporto. Il 20 luglio 2020 l’ultimo incidente, con due donne ferite. Poi lo scontro mortale di venerdì. —
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