La protesta dei sindaci in Carnia: le nostre indennità sono irrisorie
L’obiezione: «C’è chi prende 500 euro al mese, ma deve fronteggiare problemi e responsabilità»
Tanja Ariis / TOLMEZZO
Si stanno discutendo in Consiglio delle autonomie locali i ritocchi, ancora non decisi (ma già applicati a livello nazionale da due anni) alle indennità dei sindaci. In Carnia i primi cittadini in 19 casi guidano Comuni sotto i 1.000 abitanti, in 8 fino a 3.000 e in uno sui 10.000. Le cifre che percepiscono il più delle volte, evidenziano molti di loro, sono davvero basse.
Fare il sindaco in un paese della Carnia non è mai solo una questione di numero di abitanti (su di esso è tarata l’indennità), rilevano, ma va misurato sulla difficoltà a portare avanti territori ricchi di criticità, con molti anziani, esigenze diversificate e fragilità idrogeologiche importanti. Al sindaco bussano alla porta di giorno e di notte e il primo cittadino spesso è anche amministratore di sostegno. Il sindaco di Prato Carnico, Erica Gonano, di indennità riceve 640 euro netti al mese. Auspicherebbe almeno una tutela legale «perché ormai –afferma – qui tutto quello che succede è responsabilità del sindaco. Noi sindaci facciamo assicurazioni personali per tutelarci. Non è questione solo di cifre, un sindaco va valutato per quanto fa per la sua comunità. E nei nostri Comuni piccoli capita spesso che le strutture dirigenziali non ci siano e che il sindaco si assuma pure responsabilità come posizione organizzativa non retribuita. I costi della politica andrebbero spalmati in base alle responsabilità». Gonano, ma anche Daniele Ariis, sindaco di Raveo, e altri evidenziano di non aver mai chiesto rimborsi spese. Lui di indennità prende 500 euro al mese e osserva: «Con tutto il tempo e l’impegno che ci mettiamo e le responsabilità, le nostre indennità sono irrisorie. Non siamo dei privilegiati, ma umili manovali dell’amministrazione locale ogni giorno in prima linea per la nostra gente».
Laura Zanella percepisce come sindaco di Amaro 542 euro mensili. «Sono a disposizione 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno – spiega–. Noi sindaci abbiamo il telefono sempre acceso. Mi è capitato più volte che mi chiamassero di notte. Non ho mai chiesto un rimborso. Sono stata amministratore di sostegno e mi sono presa a cuore le situazioni. Mi sono sempre pagata l’assicurazione. La nostra indennità di sindaci, paragonata ad altre, è bassa».
Anche il sindaco di Villa Santina, Domenico Giatti, indica le molte attività di cui si occupa per dare il meglio ai suoi cittadini in un comune così articolato. Percepisce 804 euro al mese e 750 euro l’anno se ne vanno per l’assicurazione. Lino Not, sindaco di Ovaro conferma le parole dei colleghi. Lui prende 951 euro, ma con la dichiarazione dei redditi sa già si decurterà di 100 euro al mese. Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo percepisce circa 2.450 euro, «sui quali però – segnala – io da partita Iva e giornalista devo pagarmi la pensione. Per me – afferma –non è ammissibile che un sindaco di un comune piccolo prenda solo 500-600 euro, con le responsabilità che si ritrova». —
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