«Carceri sovraffollate: servono alternative e un polo culturale»
Giulia Daluiso
«Il carcere deve offrire ai detenuti la possibilità di immaginare una vita diversa». Queste le parole di Franco Corleone, Garante dei Diritti dei detenuti del carcere di Udine, durante la conferenza stampa organizzata all’osteria ex Provinciali. Dopo le visite agli istituti di Udine e Tolmezzo, accompagnato dall’avvocato Raffaele Conte, si è cercato di fornire una fotografia sulla situazione attuale. Sono emerse diverse criticità, prima fra tutte il sovraffollamento.
«A Udine, su 90 posti disponibili, contiamo 137 detenuti – afferma Corleone – se il numero dovesse aumentare, le condizioni di vita diverrebbero insostenibili e la prospettiva della pena riabilitativa e del reinserimento sarebbero destinate a fallire. Vogliamo davvero che questo accada?». Tra i possibili rimedi, un focus è stato dato alle misure alternative: detenzione domiciliare, inserimento in comunità, così come la semilibertà e il lavoro esterno. «Bisogna impegnarsi affinché queste soluzioni siano utilizzate maggiormente – continua il garante – pensiamo solo al fatto che 55 detenuti finiranno la loro pena nel 2023, quindi potrebbero usufruirne».
Del carcere di Tolmezzo parla Conte: «Duecento detenuti, con una capienza massima di 149. La struttura possiede comunque spazi molto ampi, e questo mitiga la criticità. Qui, il problema più rilevante è la mancanza di personale. È un dato ormai assodato – continua Conte – che tra le persone che usufruiscono di pene alternative ci ricasca il 70% in meno rispetto agli altri. Di fronte ad un numero del genere non possiamo non aprire gli occhi».
Ci si ricollega dunque ad una questione che coinvolge non solo le istituzioni, ma l’intera società: «Sono molte le persone che hanno a che fare con problematiche sociali, – interviene Corleone – non può essere una struttura detentiva a risolverle. In via Spalato, il 30 per cento dei soggetti è detenuto per violazione della legge sulle droghe e almeno 20 persone avrebbero bisogno di cure psichiatriche. Sono altri i posti dove dovrebbero stare, luoghi che permetterebbero loro di ricostruirsi una vita, di ricominciare».
Al termine dell’incontro, la novità: l’anno prossimo cominceranno importanti lavori di ristrutturazione al carcere di Udine, stimati ad oltre 4 milioni di euro. Ne parla Corleone: «Verso metà novembre presenteremo un grande progetto per la creazione di un nuovo polo culturale e sociale nella sezione ex femminile. Una zona abbandonata ormai da vent’anni potrà diventare un luogo d’incontro con progetti di carattere artistico, teatrale, musicale. In questi mesi, invece, sarà realizzato per la prima volta un luogo di culto, grazie al contributo del vescovo di Udine, oltre ad un luogo per riunioni, una palestra ed una nuova infermeria. Siamo fiduciosi». —
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