Pradibosco, stazione sciistica alla Comunità di montagna
Tanja Ariis / TOLMEZZO
La patata bollente della gestione della stazione sciistica di Pradibosco di Prato Carnico, costata 3 milioni di euro e non ancora in funzione, passa alla Comunità di montagna della Carnia con la costituzione del diritto di superficie a favore dell’ente su immobili di proprietà, specie del Comune di Prato Carnico, derivanti dallo scioglimento del Consorzio Vizza Collina Pradibosco relativi alle opere di riqualificazione dell’impianto (programma straordinario 2008 della comunità montana della Carnia). La speranza potrebbe essere il passaggio successivo a una gestione della stazione sciistica da parte di Promoturismo (anche se non così scontato), che disporrebbe tra l’altro già di figure professionali dedicate e potrebbe contenere i costi. Diversamente, questi ultimi potrebbero incidere non poco sul bilancio della Comunità di montagna, la quale ben difficilmente riuscirebbe a farlo in attivo. La nuova stazione sciistica di Pradibosco è stata spesso definita una cattedrale nel deserto e sta di fatto che finora non è mai partita e non dà neppure l’idea di essere particolarmente curata. L’impianto fu finanziato nel 2008 dalla Regione alla Comunità montana, che lo progettò (con sciovia monoposto, un tappeto di risalita con copertura “campo scuola”, una pista “campo scuola”, la pista raccordo Lavadin, la pista Clap Piccolo, un sovrapasso stradale, un impianto di innevamento con allacciamento all’impianto esistente e opere di recupero, mitigazione e compensazione ambientale) e realizzò su convinta richiesta allora del Comune di Prato Carnico. I lavori iniziarono a fine 2015 e terminarono poco prima della tempesta Vaia, che danneggiò l’opera appena realizzata. Ma i terreni non erano dell’ente comprensoriale e a quanto pare l’atto relativo alla costituzione del diritto di superficie servirebbe anche per il collaudo dell’impianto.
L’assemblea dei sindaci della Comunità di montagna della Carnia ha approvato la costituzione del diritto di superficie per 30 anni a titolo gratuito su una porzione di 80.372 mq su terreni di proprietà dell’ex consorzio Vizza Collina Pradibosco(di cui facevano un tempo parte i Comuni di Prato Carnico, Comeglians, Forni Avoltri, Ravascletto, Rigolato e Ovaro e il Comune di Prato Carnico venne individuato a quel punto come Comune capofila per la gestione della proprietà comune indivisa e che hanno già deliberato a favore del diritto di superficie). Ora l’ente comprensoriale dovrà decidere che passi fare per attivare l’impianto a oggi mai partito, dopo esser stato ricostruito (il primo impianto nella Val Pesarina fu costruito nel 1975 e operò fino al 2009). Il sindaco di Forni di Sopra, Marco Lenna, ancora una volta si è detto molto critico sull’operazione sulla quale ha espresso il suo voto contrario: «Non è possibile – ha affermato – portare avanti un’opera pubblica così. Per me non è ammissibile la cessione di un impianto in questo modo. Un’opera del genere non poteva essere fatta, gestita e portata avanti in questa maniera». Astenuto il sindaco di Ampezzo, Michele Benedetti. —
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