L’aeroporto di Aviano resta in mani friulane Il nuovo comandante: «Venivo qui in gita»
Il cordenonese Luca Crovatti, dopo due anni destinato a Poggio Renatico, ha passato le consegne a Marco Schiattoni
ENRI LISETTO
LA CERIMONIA
Due friulani di seguito, entrambi di 48 anni, al vertice dell’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano. «Casuale», per dirla con le parole del generale di divisione aerea Francesco Vestito, ma infrequente. Ieri mattina il colonnello pilota Luca Crovatti, originario di Cordenons, ha passato il testimone al colonnello navigatore Marco Schiattoni, con radici a Tricesimo.
Il comandante uscente è nato a Pordenone ed è cresciuto a Cordenons («ho dovuto lasciare questa terra 28 anni fa per motivi di lavoro, ma ora mi riprometto di tornarci molto più spesso»), è pilota di T-37, T-38A, Sf-260, Twin Astir, T-339, F-104 e tra i primi italiani a conseguire l’abilitazione su F-16 (velivoli in uso al 31° Fighter wing di stanza ad Aviano) a Tucson. È destinato a Poggio Renatico, capoufficio pianificazione delle operazioni aeree.
«Concludo una meravigliosa esperienza iniziata due anni fa, una pietra miliare nella mia vita. Alle difficoltà quotidiane si sono aggiunte quelle legate al Covid: il reparto ha risposto con responsabilità e ha garantito, nonostante la pandemia, il compito assegnato». Ha quindi ricordato la mission degli Assi di Picche ad Aviano: sicurezza e applicazione degli accordi tra governi italiano e americano. «Una missione peculiare quanto atipica». Il riferimento alle radici: «Avrei voluto vivere e riscoprire il territorio dove sono nato e cresciuto, ma la pandemia lo ha impedito così come ha limitato i contatti sociali. Ai concittadini del Friuli dico: non mancheranno le occasioni di rivederci».
Ritorna «nella splendida terra friulana, ciliegina sulla torta della mia carriera, visto che questa opportunità è limitata» il comandante subentrante. Istruzione superiore al Malignani di Udine, ha volato su Siai Sf-260, Mb-339 A e Cd, T-34, T-1, T-39, T2 C, Tucano, Tornado Adv F-3 e Tornado Ids. «Ma la passione per il volo mi è nata proprio qui ad Aviano dove venni in gita alle superiori». Guiderà centinaia di avieri italiani, raccordandosi con oltre 5 mila americani, «in un periodo storico caratterizzato da contesti imprevedibili e complessi, come la pandemia».
Il passaggio dei poteri è avvenuto con la “formula di riconoscimento” con la quale l’uscente chiede al personale Ami di riconoscere l’autorità dell’entrante.
Il generale Vestito ha parlato del Friuli come di «terra molto ospitale», di Aviano come «massima espressione della diplomazia e dell’Alleanza atlantica» che fa respirare «senso europeo». Nell’ambito della riorganizzazione della difesa ha spiegato che ogni anno «perdiamo oltre mille sottufficiali, ma la ragione di essere nell’amministrazione sta nell’appartenenza e non nella dipendenza». Dimostrata anche in occasione della missione umanitaria che ha concluso la permanenza in Afghanistan se si pensa che in venti giorni sono state effettuate 20 mila ore di volo, le stesse che normalmente si effettuano in quattro mesi. In questo caso Aviano ha lavorato nelle non meno importanti retrovie per garantire eventuali scali.
Dopo quasi due anni di isolamento, cerimonia “aperta”, nella struttura pedemontana. Tra i presenti, il prefetto Domenico Lione, il comandante del 31° Fw generale Jason E. Bailey, rappresentanti dei Comuni di Pordenone, Aviano, Roveredo, San Quirino, Porcia, Polcenigo, Vivaro, Fontanafredda, Maniago, Sacile e Cordenons con i gonfaloni, il comandante delle Frecce tricolori Gaetano Farina, del 5° Rigel Paolo Cesare Ceccobelli, il presidente degli industriali Michelangelo Agrusti; ancora, alpini, associazione delle famiglie dei caduti e dispersi, i vertici di questura, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria e il cantante Bobby Solo. —
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