«Liquido oleoso ha inquinato il nostro fiume»
La segnalazione a pochi metri dalla corte di palazzo Ragazzoni I naturalisti: da anni lanciamo l’allarme sulle condizioni del Livenza
c.b.
sacile
Scarichi nel Livenza: un liquido schiumoso e biancastro è finito nell’asta dell’Ortazza a pochi metri dalla corte di palazzo Ragazzoni. Una scia oleosa era stata individuata, invece, sotto il ponte dei Mori, in viale Zancanaro. Il fondale ha l’acqua bassa ma gli sversamenti non si fermano.
«Un rigagnolo, molti rifiuti e una patina che pare oleosa in superficie – hanno segnalato alcuni residenti all’Ortazza –. Magari l’Arpa e la Regione Fvg o il Comune potrebbero fare i controlli. Serve una verifica sul tasso di inquinamento: da circa sette anni non sappiamo nulla della qualità delle acque dei fiumi nel territorio liventino».
L’allarme sulle condizioni del fiume Livenza era stato lanciato dai naturalisti e Wwf nel 2015: un giro in canoa nel tratto urbano era bastato per la diagnosi. «Il fiume – avevano segnalto preoccupati i naturalisti sacilesi – vive come un malato grave». Il confronto con il passato è un bilancio a perdere: 36 anni fa il fiume era pieno di pesci, bollate di temoli, trote fario e marmorate.
«La Serenissima-società di pesca vantava mille soci, attivi nel taglio delle rive – ricorda l’associazione dei naturalisti –. Fuori dall’acqua si vedevano tuffetti, folaghe e gallinelle. La situazione attuale si è capovolta: i pescatori sono quasi scomparsi, come i pesci». La pesca è andata in pausa e restano le papere e germani a popolare l’area fluviare. «Bisogna ricostruire – è l’appello dei naturalisti – il rispetto della natura con il decoro urbano». La pulizia del fiume è stata rinviata.
I dati sulla salute dei fiumi a Sacile mancano in bacheca da sette anni e l’ultimo report indicava le aree in sofferenza a San Odorico e Ronche. «Servono idee per difendere l’ambiente e il fiume Livenza – era stato l’appello del naturalista Roberto Pavan –. La protezione ambientale ha bisogno di spazi e la salvaguardia del fiume comincia alle sorgenti, dove ci sono tre depuratori e troppi scarichi. Quelli di Polcenigo, Budoia e Coltura».
Va controllato l’inquinamento fluviale: a partire dal tasso di ossigeno biochimico per animali e vegetali. —
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