UDINE. La chiamava sussurrandone il nome, forse perché sperava di incontrarla o soltanto per farle sapere che si trovava là, nel giardino in cui nessuno lo aveva autorizzato a entrare, tanto meno alle dieci di sera. I difensori hanno parlato di «suggestioni», eppure l’audio fatto sentire, in tribunale, con la voce dell’imputato che, fischiettando, ripete «Rita, Rita», nel luglio del 2018, è uno d…
I commenti dei lettori