UDINE. Allo stremo. Costretti a salti mortali e cambi di turno comunicati con scarsissimo preavviso, che hanno come effetto diretto l’esplosione dello straordinario: soltanto nell’Azienda sanitaria Friuli centrale gli operatori hanno chiuso il 2021 con 300 mila ore lavorate in più.
Poche, pochissime tutele e ancor meno soddisfazioni, non solo e non necessariamente economiche, che hanno come effetto una diaspora che coinvolge decine e decine di operatori sociosanitari e infermieri, che decidono dopo mesi di pressione diventata insostenibile di licenziarsi o migrare verso i lidi del privato.
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