PORDENONE. Il cartello con la faccina triste e l’avviso di riapertura il primo febbraio è affisso da alcuni giorni sulla porta d’ingresso dello storico panificio Piccinin, in via della Ferriera, una realtà a conduzione familiare che conta più di un secolo di attività. Il Covid ha costretto i titolari a chiudere per alcuni giorni, da inizio settimana. Una decisione sofferta, ma che è stata presa «per correttezza nei confronti della clientela, che si fida di noi», ha affermato Flavia Piccinin.
Poco più di una settimana fa, i primi due positivi avevano indotto i titolari della famiglia Piccinin a chiudere il panificio per un paio di giorni: effettuati i tamponi, la situazione era tornata alla normalità, con i positivi in quarantena e l’attività che aveva potuto riaprire. Ma quando un terzo ha riscontrato la propria positività domenica scorsa, c’è stato un altro giro di tamponi per tutti dal quale è emerso che i nuovi contagiati erano tre. Quindi, con un totale di cinque positivi su sette in tutto, è stata presa la decisione di maggiore buon senso: chiudere il panificio per alcuni giorni.
«Con due assenti la situazione era gestibile, ma con cinque non era più possibile proseguire – ha spiegato Flavia –. La nostra è una realtà di famiglia e se manchiamo noi non si riesce a mandarla avanti».
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