In quest’ ultima ondata di coronavirus è stato registrato un numero di persone positive cinque volte più alto rispetto alle precedenti e la provincia di Pordenone è risultata quella, per incidenza, con più casi in regione. È il quadro della pandemia tracciato ieri dal direttore sanitario dell’Asfo (Azienda sanitaria Friuli occidentale) Michele Chittaro nella conferenza di area vasta con i sindaci.
I dati del Ministero hanno dunque attestato sul nostro territorio un’incidenza molto elevata, giustificata con la vicinanza al Veneto, dove le province di Treviso e Venezia hanno registrato alti numeri di contagi. Ora si intravede una luce in fondo al tunnel: «C’è un buon segnale – ha detto Chittaro – perché l’Rt è sotto l’1 e sta migliorando a livello regionale. Questo ci dà la percezione che stiamo uscendo da questa ennesima ondata». Attualmente l’Rt è a 0,79 e il fatto che sia in diminuzione fa ben sperare.
È stata un’ondata, l’ultima, che ha determinato un aumento di tamponi anche per il dipartimento di prevenzione. «Siamo arrivati a trattare – ha proseguito il direttore sanitario – 1.600 persone al giorno, con un organico di 60». Il tutto considerando che per le indagini che richiede ogni positivo serve del tempo. E poi la difficoltà di prendere in carico i contagiati, alcuni mai contattati dopo la positività o con grave ritardo. Una situazione che si è effettivamente verificata e che Chittaro conta sia risolta a breve. Con le nuove modalità di comunicazione si prevedono adesso tempi più rapidi per lo svincolo e in vista c’è un sistema di autosegnalazione per inserire le informazioni importanti che agevolino tale procedura. Resta il problema di chi fa i tamponi in Veneto, che non vengono registrati, come sottolineato dal sindaco di Pravisdomini, Davide Andretta.
I contagi hanno determinato conseguenze sull’ospedale. «Da novembre – ha proseguito Chittaro – abbiamo avuto un’impennata di ricoveri». Cinque i pazienti a Pordenone che hanno avuto bisogno della terapia intensiva. Per quanto riguarda la pneumologia, tra i 27 posti letto ce ne sono 9 di semintensiva. Di questi ultimi ne sono occupati cinque. Nei reparti internistici ci sono un centinaio di ricoverati, non gravi. «Da qualche giorno – ha proseguito il direttore sanitario – stiamo separando i pazienti ricoverati per Covid da quelli trovati positivi all’ingresso o durante il ricovero». Tra le persone positive, anche tre donne in gravidanza.
La campagna vaccinale ha corso nelle ultime settimane «ma c’è stato – ha evidenziato Chittaro – un periodo con tempi di attesa elevati». Dal 15 dicembre è scattato il piano straordinario con l’apertura di più sedi, con partner privati, strutture private e medici di medicina generale. Sono state somministrate 624 mila dosi nelle strutture Asfo, 30 mila dai medici di medicina generale. La media settimanale dal 15 gennaio è di 26.300 di terze dosi rispetto alle 16.800 del piano nazionale. Alta la copertura con ciclo completo per gli over 80, meno nella fascia 12-19 anni. I centri vaccinali aziendali sono aperti 7 giorni su 7 (con Maniago e San Vito che dedicano un giorno ai bambini) anche se si andrà verso un ridimensionamento dell’offerta per la contrazione della domanda, dovuta ai numerosi contagi. —
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