Il vescovo: dal dramma delle foibe si impari a rispettare ogni uomo
Enri Lisetto
«Ricordiamo la grande tragedia dell’esodo, i morti infoibati. Non guardiamo, però, solo al passato, ma anche avanti: da quella contrapposizione nasca un nuovo umanesimo evangelico, che metta al centro il rispetto della persona umana». Così il vescovo Giuseppe Pellegrini che ieri mattina ha concelebrato una messa, nel Giorno del Ricordo, a Roveredo in Piano, col parroco don Ruggero Mazzega e il parroco di San Quirino don Aniceto Cesarin.
Organizzata dal Circolo ricreativo delle Villotte presieduto da Eugenio Latin che ha dato il benvenuto agli ospiti, nel corso del rito – erano presenti i sindaci di Roveredo Paolo Nadal e di San Quirino Guido Scapolan – si sono voluti ricordare i profughi istriani defunti.
Secondo il presule, che ha ringraziato il Circolo in quanto tiene viva la memoria, è necessario «ricordare la grande tragedia dell’esodo: migliaia di persone che hanno abbandonato le loro terre e i migliaia di morti nelle foibe». Ha richiamato il «contesto storico particolare, quando a nordest Italia le cose non erano chiare» e sentimenti di «odio e contrapposizione genereranno le incomprensioni che sfoceranno nelle drammatiche violenze». Monsignor Pellegrini ha citato il Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha «iscritto nella storia quella tragedia» e ricordato le persone «che hanno sofferto quel dramma, incontrare anche durante la mia visita pastorale in queste terre».
Quel periodo storico, ha proseguito, «sia di aiuto a noi e alle giovani generazioni per crescere in umanità». Ha auspicato un «nuovo umanesimo evangelico che metta al centro di tutto il rispetto di ogni persona umana, quel rispetto che porta al perdono, mai facile», e si indirizzi lo stile di vita verso fratellanza e solidarietà, evidando i conflitti attraverso il dialogo». —
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