Un cippo ricorda undici infoibati «Atto doveroso»
Guglielmo Zisa; G.Z.
travesio
«La commemorazione di oggi rientra tra le iniziative indispensabili per mantenere vivo il ricordo di eventi che per troppo tempo sono rimasti fuori dalle pagine ufficiali dei libri di storia. La storia è storia in quanto trae ed ogni evento che si è svolto nelle nostre terre ha contribuito a determinare gli eventi storici successivi». Lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Stefano Zannier, a margine dell’inaugurazione, organizzata dal Comune di Travesio con il supporto dell’associazione Erasmo da Rotterdam, di un cippo in memoria delle undici persone infoibate nella fóus di Balanceta, una cavità di circa 80 metri sul monte Cjaurleç.
Qui nel 1946 le forze di Polizia giudiziaria di Trieste, al comando del governo alleato, recuperarono undici salme, tra cui quella di una donna probabilmente infoibata viva e di alcuni civili scomparsi da Castelnovo del Friuli, Meduno e Travesio. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Travesio Francesca Cozzi , assieme ai sindaci di Castelnuovo del Friuli, Cavasso, Fanna, Meduno, Sequals, Spilimbergo, Vivaro e le autorità militari e civili.
«Come amministrazione comunale – ha spiegato Cozzi – abbiamo fortemente voluto la realizzazione di questo cippo commemorativo, perché, dopo oltre 70 anni di silenzi e negazionismi, è giusto e doveroso ricordare ciò che è stato e recuperare quella pagina di storia per troppo tempo cancellata».
Una cerimonia, quella di Travesio, per pochi intimi cui non ha preso parte la minoranza consiliare, non invitata, stando alle parole del capogruppo di Comunità Travesio Domani Paolo Venti per il quale la memoria richiede studio attento e onesto del passato e partecipazione della comunità per non scadere «nell’improvvisazione e nella faziosità».
Venti ha ricordato le date: la richiesta del sodalizio è del 31 gennaio, la delibera del 2 febbraio, la posa del cippo del 4, la pubblicazione all’albo del 7. «Forse – ha proseguito Venti – ci saranno anche i tempi risicati della burocrazia ma sul piano culturale e civile questo è un colpo di mano perché nessuno ha saputo nulla finché una pietra non è stata calata su un prato di Travesio da una gru». Venti ha stigmatizzato il mancato invito della minoranza, che rappresenta quasi metà della comunità, delle gente, delle associazioni locali. —
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