UDINE. Una mattanza, seguita forse da un tentativo di smembramento del cadavere, e poi dall’ansia di ripulire tutto e scappare, lasciando il corpo steso per terra, nella camera da letto dov’era stato trascinato, in mezzo a cassetti ribaltati e cumuli di abiti.
Non fosse bastata la conta dei 33 colpi inferti tra collo e mento, sterno, addome e gamba destra alla 74enne Lauretta Toffoli, nella notte tra il 6 e il 7 maggio in cui è stata uccisa, nell’appartamento di via della Valle 4 in cui abitava da sola, a testimoniare la brutalità dell’omicidio, da martedì 17, sono anche gli schizzi di sangue presenti un po’ dappertutto, nella casa trasformata in muto teatro del crimine.