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Il caso

Stop della Corte costituzionale agli incentivi per i lavoratori del Fvg, Fedriga non ci sta: «Sentenza che limita la nostra autonomia»

1 minuto di lettura

Il governatore del Fvg, Massimiliano fedriga e l'assessore al Lavoro, Alessia Rosolen

 

UDINE. La Corte costituzionale ha cassato la legge regionale che prevedeva maggiori contributi per l'assunzione e la stabilizzazione dei lavoratori domiciliati da più tempo in Friuli Venezia Giulia.

La Corte, con la sentenza numero 199/2022, ha così bloccato la disposizione regionale che prevedeva la possibilità, per la Regione, di aumentare l'ammontare del proprio contributo a fronte di assunzioni e stabilizzazioni di lavoratrici e lavoratori domiciliati fiscalmente da più tempo in regione. «La Regione voleva aiutare i propri concittadini che da più tempo risiedono in Friuli Venezia Giulia a rioccuparsi. La norma non limitava la possibilità per lavoratori di altre regioni italiane o stranieri di venire a svolgere la propria attività in Friuli Venezia Giulia, tutt'altro: si limitava a sostenere in misura maggiore i cittadini della nostra regione che hanno perso la propria occupazione a seguito di crisi aziendali sul nostro territorio», hanno commentato il governatore Massimiliano Fedriga e l'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen.

Una iniziativa che per la Consulta «è in contrasto con la Costituzione la quale, a suo dire, prescrive invece che l'assunzione di una persona che vive, lavora e ha pagato le tasse nella nostra Regione da anni riceva lo stesso sostegno a valere sul bilancio regionale dell'assunzione di chi ha deciso di venire in regione da una settimana», scrivono ancora in una nota congiunta Fedriga e Rosolen, pronti a sottolineare che «le sentenze si rispettano e si applicano», ma la Regione «applicando nei fatti e non solo a parole il principio di leale collaborazione tra istituzioni», non ha «la necessità di adeguarsi alla sentenza, perché in attesa delle valutazioni della Corte, non ha esercitato la facoltà riconosciuta dalla norma».

Per i vertici della Regione, inoltre, la pronuncia «lascia una sensazione di incompiutezza» e sottolineano «un neocentralismo che mira a sterilizzare le competenze e le possibilità delle Regioni e degli Enti locali, finendo così per livellare verso il basso, almeno nel caso del Friuli Venezia Giulia, i servizi e il supporto che il sistema pubblico fornisce ai cittadini».

Ne discende «il tema politico dell'ineludibile avvio di un percorso di riforma costituzionale che riconosca senza ambiguità alla nostra e alle altre regioni il più ampio spettro di possibilità di prendersi cura concretamente di chi vive, lavora, costituisce una famiglia e cresce i propri figli su un determinato territorio. La richiesta di riconoscere maggiore autonomia alle Regioni è già parte fondamentale del dibattito politico e, con il dovuto rispetto alla sentenza in oggetto, essa rimarca ulteriormente la necessità di ottenere maggiore autonomia».

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