Autostrade gourmet: alla scoperta della buona tavola nei pressi dei caselli
Nella Guida di La Repubblica indicazioni per l’intero territorio nazionale. Da ristoranti ai prodotti tipici, le tappe nelle vicinanze di A4, A23 e A28
Furio Baldassi
Okay, viaggiare è un piacere. Ma anche mangiare e bere. In tal senso, soprattutto se si viaggia lungo un’autostrada e il vostro concetto di nutrirsi non sfiora la mera sopravvivenza, è un problema. Come sfuggire alla dittatura del panino Camogli e, in genere, del cibo preconfezionato? Ad esempio uscendo al primo casello, e cercando cosa offre il territorio. In tal senso Autostrade Gourmet è il migliore supporto su cui possiate contare. La nuova Guida di La Repubblica prende infatti in considerazione l’intero territorio nazionale e la rete autostradale completa per fornirvi utili indicazioni - anche con testimonianze di volti noti - sul dove rifocillarvi così come sul dove acquistare prodotti alimentari tipici, nonché sulle attrazioni del luogo.
Realizzata sotto la direzione di Giuseppe Cerasa, in collaborazione con Ania, Autostrade per l’Italia, Aiscat e Telepass, vuole offrire un utile compendio di ciò che l’Italia ha da offrire immediatamente a ridosso dei suoi principali assi autostradali. E cioè molto, moltissimo, a partire proprio da questo estremo lembo di Nordest, il Friuli Venezia Giulia, caratterizzato da tre tronchi importanti come la A4, la A23 e la A28. E da un numero, elevatissimo, di locali di prestigio.
Già alla partenza da Trieste, direzione casello del Lisert, si capisce che le varianti sono ottime e abbondanti. C’è l’ottimo odore dei Fiori, tempio del pesce più creativo, ma anche e soprattutto l’Harry’s Grill di Matteo Metullio, stellatissimo, dove il cibo diventa un’esperienza sensoriale, senza dimenticare il leggendario risotto di pesce di Menarosti e un tuffo nelle Bollicine vicino al Canale, nomen omen.
Stiamo già uscendo dal capoluogo, verso Villesse e se non si vuole fare una variante verso Monfalcone (I Campi di Marcello valgono una deviazione, come anche l’Ocean) si va direttamente verso Gorizia. Verso la città, passando a Farra d’Isonzo c’è la tappa d’obbligo di Borgo Colmello, agriturismo solo di nome; subito dopo anche le suggestioni dell’Antica Trattoria al Sabotino, il fascino storico del Chiostro e l’impensabile fantasia del Rosenbar.
Singolare regione, questa. Nell’arco di una manciata di chilometri cambia non solo il paesaggio, ma proprio il modo e la tradizione di mettersi a tavola. A Ruda, lungo la strada, Altran detta le regole di un’offerta che è al contempo regionale e internazionale; poco più in là, a Vencò nel Collio, la triestina Antonia Klugmann mette il suo orto in tavola all’Argine, e sono stelle che arrivano. Ma già a Palmanova, stazione di passaggio dell’A4 e simbolico inizio dell’A23, si ritorna nel territorio dei sapori friulani forti, mentre alla Caffetteria torinese si viaggia tra le pasticcerie gourmet e gli stuzzichini di classe. Siamo al bivio. Da un lato si va verso l’Austria, dall’altro verso il Veneto e il resto d’Italia. Anche le offerte, ovviamente, sono in sintonia. I turisti gourmand austriaci hanno scoperto da anni, a Udine, l’Antica Maddalena e Là di Moret, ma il Ras assoluto della zona rimane Emanuele Scarello, che nei suoi Amici, premiatissimi, sublima una cucina immaginifica, che della zona mantiene solo gli ingredienti, di elevata qualità.
Lungo la via verso Tarvisio vale una tappa anche Costantini, area di Tarcento, esempio di proposta locale di qualità, mentre a Malborghetto è imperdibile Casa Oberrichter, e nel capoluogo confinario si mangia ruspante da Hladik e raffinato al Ristorantino.
Post scriptum: anche se il ramo dell’A28 che congiunge Portogruaro a Conegliano ha una presenza relativa sul territorio, non bisogna dimenticare almeno un paio di nomi. Il Podere dell’Angelo, a Pasiano di Pordenone, raffinato e sorprendente a tutti i livelli, la Ferrata in centro a Pordenone e, ovviamente, la quotatissima Primula di San Quirino. E buon viaggio.
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