In calo la produzione industriale regionale: in un anno perso il 5,9 per cento
L'indagine trimestrale di Confindustria Friuli Venezia Giulia: le imprese pagano gli effetti dei costi energetici e l'incertezza del conflitto in Ucraina. «Segnali preoccupanti»

UDINE. Nel terzo trimestre 2022 la produzione industriale regionale è diminuita del 5,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e del 10,8% rispetto ai tre mesi precedenti. È quanto emerge dall'indagine trimestrale di Confindustria Friuli Venezia Giulia, i cui dati, elaborati dall'Ufficio Studi di Confindustria Udine, sono stati diffusi durante un incontro tenutosi oggi, lunedì 21 novembre.
Le imprese della regione - è l'analisi degli industriali - dopo un primo semestre positivo (+0,7% rispetto ai primi sei mesi del 2021) scontano ora gli effetti dei costi energetici e dell'incertezza a seguito del conflitto in Ucraina.
In deciso calo le vendite nel trimestre estivo, più accentuato per il mercato interno (-3,3% la variazione tendenziale) rispetto a quelle all'estero (-1,2%). In flessione anche la dinamica del portafoglio ordini: -9,4% rispetto allo scorso anno e -12,1% rispetto a tre mesi fa. «Segnali preoccupanti», osserva Confindustria, anche riguardo l'utilizzo degli impianti produttivi, con un tasso sceso dall'83,9% del primo semestre al 77,5% del terzo trimestre.
Con riferimento ai singoli comparti, in «deciso calo» la produzione nell'industria siderurgica (-11,1% rispetto al terzo trimestre 2021), del legno e del mobile (-12,3%), della carta (-8,4%), «dovuto anche a blocchi produttivi per picchi dei prezzi dell'energia». Minore la flessione nella meccanica (-1,6%). In aumento l'alimentare (+12,9%) che ha beneficiato della stagione turistica estiva. Stabile al momento l'occupazione.
Le prospettive per i prossimi mesi - sottolinea Confindustria Friuli Venezia Giulia - sono circondate da incertezza molto elevata. «Il prezzo del gas consegnato in Europa - si legge nell'indagine trimestrale - dopo aver toccato i 346 euro per megawattora a fine agosto (era 70 a febbraio 2022 e 20 a gennaio 2021), con il raggiungimento degli obiettivi di stoccaggio è sceso a 110 euro.
Il prezzo dell'elettricità in Italia ora è nuovamente in leggera risalita, ma permane al momento sui valori dello scorso inverno e inferiore di oltre il 50% rispetto alla media di questa estate. I rincari delle materie prime hanno avuto straordinarie ricadute sui prezzi al consumo, frenando la spesa delle famiglie e gli investimenti».
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L'inflazione a ottobre in Italia, ricorda Confindustria, ha registrato un deciso aumento dell'11,8% su base annua (da 8,9% di settembre). Quella di fondo, al netto degli energetici e alimentari freschi, ha accelerato, dal 5% di settembre al 5,3% di ottobre (prezzi di abitazione, acqua, elettricità e combustibili: +57% su base annua, prodotti alimentari +13,5%).
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