Il ministro Bernini: accesso a Medicina, valuteremo i reali fabbisogni
L’impegno della rappresentante del Governo: «Voglio visitare la vostra azienda sanitaria»
Giacomina Pellizzari
«Stiamo lavorando per un accesso sostenibile al corso di laurea in Medicina e chirurgia.
Al Ministero abbiamo istituito un tavolo tecnico che valuterà il fabbisogno reale di medici, andando oltre i freddi numeri. Dobbiamo disaggregare i dati e capire effettivamente di quanti medici abbiamo necessità non solo negli ospedali».
La ministra dell’università, Anna Maria Bernini, assicurando la sua visita a Udine e all’Asufc, scusandosi per non averlo potuto fare ieri, ha affrontato il tema del numero chiuso e dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina, il problema del momento.
Dopo aver ringraziato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, per la relazione fatta la scorsa settimana sul tema, la ministra ha ribadito di voler valutare le reali necessità dei medici perché «i numeri freddi non corrispondono ai desiderata e alla manifestazione dei talenti di alcuni studenti che non riescono ad accedere al corso di laurea in Medicina».
Il ministro ha già pensato «all’allargamento del test di accesso: sarano quattro e i nostri ragazzi potranno iscriversi dal quarto anno delle scuole secondarie, potranno misurarsi anche per quattro prove e che, come previsto, non includeranno più domande di cultura generale».
Il ministro vuole capire «se effettivamente il nostro mercato di riferimento corrisponde ai numeri freddi. Dobbiamo – ha ribadito – disaggregare i dati e vedere se sono solo le Aziende sanitarie a richiedere medici o se esistono richiesti da parte degli enti di ricerca, dell’industria farmaceutica e altri comparti senza, però, farci ingannare dall’esigenza dell’emergenza dicendo dobbiamo coprire tutto e indiscriminatamente perché c’è bisogno di medici».
E ancora: «Tutti sappiamo che da qui a 10 anni porteremo i nuovi medici, il nostro impegno è quello di essere seri dando prospettiva numerica e opportunità a coloro che entreranno a Medicina da adesso in poi, calcolando i bisogni da qui a 10 anni».
Il Governo, ha proseguito la ministra «si sta impegnando moltissimo verso la combinazione tra il doveroso garantire il diritto allo studio e il perseguimento dei propri talenti da parte degli studenti, il principio di realtà soprattutto per quanto riguarda l’accesso a Medicina che non può restare così, ma non potrà essere nemmeno aperto in maniera indiscriminata per evitare di ingenerare aspettative che non possono essere soddisfatte».
La ministra ha ricordato che al numero chiuso di Medicina si collega il tema delle scuole di specializzazione. È risaputo che dall’imbuto che si formava in passato, impossibile da superare per molti, oggi non tutte risultano gettonatissime.
Lo stesso metodo è stato adottato dal ministero per gli «investimenti sull’edilizia universitaria e sull’housing per gli studenti». Ringraziati il collega Luca Ciriani e il sindaco Pietro Fontanini senza dimenticare il rettore con il quale si è complimentata per la chiarezza espositiva, la ministra ha ricordato gli importi delle d risorse aggiuntive, 500 milioni di euro, già stanziati per garantire le borse di studio anche nel 2024 e 2025 visto che, in questo caso, i finanziamenti del Pnrr non vanno oltre il 2023.
L’obiettivo, anche in termini di edilizia universitaria e housing per gli studenti, è creare «cose destinate a durare» non cattedrali nel deserto.
La continuità gestionale sarà garantita dalle sinergie tra «enti locali, università, imprese e organismi di categoria».
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