Caso Regeni, la premier Meloni e il ministro Tajani chiamati come testimoni dal giudice
I due esponenti del governo dovranno riferire in merito alla disponibilità a collaborare con le autorità italiane espressa dal presidente egiziano Al Sisi nelle scorse settimane. La richiesta avanzata dal legale dei genitori del giovane di Fiumicello

La premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, saranno sentiti il prossimo 3 aprile dal gup di Roma nell'ambito della vicenda di Giulio Regeni.
I due dovranno riferire in merito alla disponibilità a collaborare con le autorità italiane espressa dal presidente egiziano Al Sisi nelle scorse settimane. La richiesta è stata avanzata dal legale dei genitori di Regeni, Alessandra Ballerini.
«Alla luce delle dichiarazioni rese ai media dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani circa le rassicurazioni, o addirittura sono state chiamate promesse, ricevute dal presidente Al Sisi che avrebbe garantito che risolverà la situazione eliminando gli ostacoli che ci impediscono di iniziare questo processo per il sequestro le torture e l'uccisione di Giulio, abbiamo chiesto di sentire la premier Meloni e il ministro degli Esteri per avere ragguagli su tempistiche e modalità di queste soluzioni».
Lo ha detto lo stesso avvocato Ballerini, legale di Paola e Claudio, genitori di Giulio Regeni, dopo l'udienza gup svoltasi – lunedì 13 febbraio – in tribunale a Roma.
Parlando delle motivazioni della Cassazione dopo il no al ricorso della Procura, la legale ha aggiunto che anche i supremi giudici hanno «ribadito che il superamento della situazione impeditiva per la partecipazione degli imputati al processo appartiene alle autorità di governo.
Noi vogliamo credere di vivere in uno Stato di diritto che tutela i suoi cittadini e non abdica alle sue responsabilità. La decisione presa dal giudice è il meglio che si poteva ottenere».
A piazzale Clodio c’è stato un sit in a sostegno dei familiari: presenti anche gli attori Valerio Mastandrea e Pif. «Ognuno vive come vuole propria popolarità, crediamo che bisogna prendere posizione sempre», hanno detto i due artisti.
«Siamo stati accanto alla famiglia Regeni sin dal primo giorno e oggi siamo qui per farli sentire meno soli», hanno aggiunto. Fuori la cittadella giudiziaria anche i rappresentanti della Fnsi.
I commenti dei lettori