
Baronchelli torna a Gemona: «Ricordo il Giro del 1977, correvamo tra le macerie»
Arriva puntuale in auto dal paesino della Bassa Bergamasca dove abita. Andrea Cainero, del Comitato tappa del Giro 2023, è andato a prenderlo al casello autostradale. Arriva a Gemona, magro come uno scalatore, quasi come quando faceva diventare matti Moser e Saronni o metteva paura a Merckx e Hinault. «Piacere, Gianbattista Baronchelli», dice con il sorriso gentile. E per presentare, venerdì 24 marzo, la ventesima tappa del Giro d’Italia 2023, la Tarvisio - Monte Lussari del 27 maggio, non potevano che chiamare lui, il 69enne gentile, che pedala ancora 8 mila km l’anno («ma non più sulle mie salite», sorride) che ha scritto pagine indelebili del ciclismo. È Tista, o Gibì di “dezaniana” memoria, fate come volete, campione di un ciclismo passato che manca tanto. Una prova? Avete visto il putiferio uscito fuori dopo la lite Moser-Saronni 2.0? «Vi rendete conto che più che delle corse di adesso e dei campioni italiani che non ci sono più si parla ancora di ex corridori settantenni? Ah, io andavo più forte in salita di loro, questo non me lo toglie nessuno».
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