Arrestato il boss che gestiva la vendita della droga nell’alto Pordenonese
Il trentenne albanese, residente a Roveredo in Piano, era da tempo conosciuto all’Arma per varie indagini sullo spaccio di sostanze stupefacenti

Sono stati i carabinieri ad arrestare il 48enne in un pubblico esercizio
Quando l’11 novembre 2022 i carabinieri di Pordenone hanno fatto scattare l’operazione “Big bag”, culmine di una lunga ed articolata indagine di contrasto allo spaccio di droga nel territorio del Pordenonese condotta dai militari del Reparto operativo e del Nucleo operativo della Compagnia del capoluogo, tra gli arrestati non c’era Tonin Ndoci.
Il trentenne albanese, residente a Roveredo in Piano e già da tempo conosciuto all’Arma per varie indagini di droga che lo avevano visto coinvolto, era stato sì indagato nell’ambito della “Big bag”, ma la sua posizione non era stata così nitida da averlo incastrato.
L’esperienza maturata negli anni da Ndoci, infatti, lo ha reso così furbo da essere responsabile dello spaccio di stupefacenti nel territorio, ma mai con un ruolo così palesemente attivo da poterlo considerare inequivocabilmente “capo” dell’organizzazione efficiente che gestiva la vendita della droga nell’alto pordenonese.
Furbo, ma non scaltro. Come Pollicino, infatti, lasciava dietro di sé sassolini per poter tornare a casa con i suoi fratelli, allo stesso modo Ndoci si è lasciato alle spalle comportamenti, azioni, tracce e collegamenti che solo il paziente lavoro dei carabinieri è riuscito a ricostruire.
C’è voluto tempo, molto tempo, ma alla fine il quadro presentato al pubblico ministero Carraturo e al giudice per le indagini preliminari Piccin è stato così chiaro ed esaustivo che le evidenze sono state accolte. Lo scorso fine settimana sono, così, scattate le manette per Ndoci.
Le cessioni di cocaina, le confessioni degli acquirenti, i sequestri effettuati a riscontro delle indagini, gli interminabili servizi di osservazione eseguiti dai militari sono solo alcune delle “evidenze” che il giudice ha valutato, partendo soprattutto dal fatto che quando a marzo 2022 i carabinieri di Pordenone hanno trovato e sequestrato il “grande borsone” (da qui “Big bag”) contenente diciassette chili di marijuana, è stato proprio Ndoci uno dei primi ad essere giunto sul posto per capire che fine avesse fatto quel borsone, ma mantenendo un atteggiamento defilato.
Nel corso di mesi di indagini sono stati sequestrati oltre venti chili di marijuana e centocinquanta grammi di cocaina. Prima di oggi gli arrestati per la “Big bag” erano otto, ma mancava il capo dell’organizzazione.
Con il riconoscimento di Ndoci quale capo dello smercio di droga nell’alto pordenonese, gli arresti diventano nove e si chiude definitivamente l’indagine.
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