Beto, allenamento vero ma per tornare al top serviranno tre settimane
Il portoghese ha forzato per dimostrare di poter partire dalla panchina. Contro il Milan l’Udinese presenterà ancora la coppia Success-Deulofeu
Stefano Martorano
Cinque allenamenti intensi per capire se sabato potrà davvero rimettere piede in campo a San Siro nell’esordio in campionato contro il Milan. Ecco il “menù” della settimana cominciata ieri da Beto, tornato in gruppo a distanza di quattro mesi dalla lesione al flessore della coscia destra rimediata il 10 aprile al Penzo di Venezia, quando l’attaccante ebbe la sciagurata idea di giocare fino al triplice fischio, dopo essere rimasto vittima della fitta lancinante che lo bloccò una sua progressione verso la porta avversaria, al minuto 88.
Chissà quante volte durante l’estate il portoghese avrà ripensato a quella scelta, forse condizionata dalla sua stessa generosità, dal non voler lasciare i compagni in inferiorità numerica dopo i cinque cambi già effettuati allora dal tecnico Gabriele Cioffi, ma è certo che dopo mesi di fisioterapia e di lavori differenziati, adesso Beto si trova davvero a pochi passi dal rientro e quindi dalla possibilità di archiviare finalmente il capitolo infortunio.
Va da sé che le ultime tappe saranno le più delicate, proprio come ha fatto intendere Andrea Sottil venerdì, dopo aver fatto accomodare Beto in panchina contro la Feralpisalò. «Stiamo seguendo alla lettera il suo programma di rientro. Beto deve fare il passaggio tra la gestione di qualche allenamento e l’entrare al 100%. Lo monitoreremo perché viene da un infortunio difficile».
Detto e fatto, perché ieri Beto ha svolto il suo primo allenamento al completo, partitelle incluse, ed è stato seguito passo dopo passo in ogni suo movimento, con particolare attenzione ai suoi scatti prepotenti, ai cambi di direzione, ai primi contrasti, alle sue smorfie e reazioni agli sforzi. Tutti ieri, anche i compagni, lo hanno seguito con curiosità e un pizzico di apprensione, consapevoli che dei cinque allenamenti previsti fino alla rifinitura di venerdì, quello di ieri sarebbe stato il più delicato sotto il profilo psicologico. Uscire indenne dalla prima seduta al completo, avendo superato il timore di una ricaduta, era infatti l’obiettivo principale per poter poi incrementare il lavoro nei prossimi giorni, ma sempre senza fretta. Perché una cosa è tornare in gruppo per rimettersi a disposizione del tecnico e della squadra e un’altra, invece, è ritrovare la condizione necessaria, la brillantezza e l’esplosività per incidere e lasciare il segno come ha fatto per 11 volte nella sua prima stagione in Italia.
Per questo secondo obiettivo servirà molto più tempo dei cinque allenamenti intensi previsti per questa settimana e Sottil lo sa talmente bene da non farsi illusioni, visto che il preparatore atletico Ignazio Cristian Bella lo ha già avvertito sui tempi del “vero” rientro, quelli che necessitano per un giocatore fermo da quattro mesi e senza neanche un minuto giocato in fase di preparazione. Ammesso che non ci siano inconvenienti e ricadute, Beto avrà bisogno di almeno tre settimane di lavoro intenso per tornare a essere il giocatore fisicamente prepotente della scorsa stagione. Il minutaggio che gli concederà Sottil farà poi il resto, ma intanto a San Siro saranno Deulofeu e Isaac Success i prescelti per l’attacco titolare. E se poi toccherà anche a Beto, allora sarà una bella notizia.
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