Poca attenzione in difesa e le scuse di Deulofeu ai tifosi: la lezione dell’Udinese dopo la Coppa Italia
Pietro Oleotto«Lezione». C’è questa parola che si insinua tra le maglie del day after dell’Udinese, il giorno dopo la prima delusione stagionale, l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano di un Monza tutt’altro che irresistibile. «È una lezione», ha confermato Tolgay Arslan, uno dei titolari scelti da Andrea Sottil per fare le scarpe ai brianzoli e che, invece, è finito sulle ginocchia, come ha dimostrato il balletto del match winner Petagna, a dispetto della stazza capace di danzare anche tra gambe del turco. «Non siamo stati fortunati, ma non eravamo compatti in difesa. Siamo una squadra, dobbiamo difendere tutti insieme e questo lo abbiamo fatto male», ha raccontato nella notte del Friuli, prima di lasciare lo stadio.
Un concetto che è stato ribadito via social anche dal leader riconosciuto di questa Udinese, Gerard Deulofeu. «Per far capire quanto è difficile ogni partita di questa stagione e quanto lo saranno quelle che arriveranno se non dai tutto in campo». Ecco la «lezione» secondo Geri che non si tira indietro neppure davanti ai tifosi, con i quali ha un rapporto quasi viscerale, come dimostrano le esultanze sotto la Curva Nord, quando spesso e volentieri mostra il simbolo dell’Udinese piazzato sopra il cuore: «Vi chiediamo scusa, ma vi diciamo che la forza per stupire domenica ce l’abbiamo già da oggi».
Insomma, una lezione da mandare a memoria e una promessa, quella di riprendere il filo in campionato, contro il Torino. Una lezione anche se, guardando bene, le lezioni sono almeno due. La prima individuata già da cui vive lo spogliatoio: non si possono regalare neppure due minuti a un squadra di serie A, non solo a una “big”. Basta un Monza rimaneggiato. L’Udinese l’ha fatto: ha rimontato lo svantaggio iniziale ribaltando il risultato con la doppietta di Nehuen Perez, ma poi si è letteralmente addormentata. Prima la respinta tutt’altro che precisa di Padelli, fino a quel momento uno dei più attenti e produttivi per rendimento, poi la già descritta azione del definitivo sorpasso con Samardzic, Arslan e, in ultima battuta, Nuytinck a fare la figura delle statue di sale. L’ultima lezione, l’ulteriore lezione, è dunque indirizzata alla “stanza dei bottoni” dell’Udinese: non tutte le seconde linee si sono dimostrate all’altezza della situazione. Un appunto che non deve essere legato necessariamente al risultato negativo in Coppa Italia, ma deve essere tenuto in considerazione per il futuro immediato e quello del 2023. I veterani Jajalo e Nestorovski, i nuovi arrivati (la scorsa estate) Embosele ed Ehizibue non valgono i titolari, così come devono dimostrare di poter tornare utili un Nuytinck finito ormai nelle retrovie, in termini di gerarchie, e l’ancora indecifrabile, in termini di affidabilità, Ebosse. In difesa, con la squalifica (sommata all’infortunio muscolare) di Becao, l’esame andrà in scena già domenica.
I commenti dei lettori