I papà tifavano Zico, i figli ora Beto: la curva torna a riempirsi, 25 anni dopo la passione è la stessa
Guardate la Curva Nord. Torna ad essere brulicante di gente, strapiena di ragazzi e ragazze, sì tante, di ventenni che da bimbi hanno visto i gol di Di Natale, di cinquantenni che portano i loro bimbi a vedere Beto. Cose che pesano, forse ancor più dei risultati sul campo per il futuro di una società di calcio
Antonio SimeoliPer anni i tifosi dell’Udinese hanno accompagnato la sua discreta carriera nel calcio internazionale con improperi di ogni tipo. Sì, ogni tanto spuntava dalle varie sintesi di partite di calcio, Shota Arveladze e tutti si ricordavano di quando quel 4 novembre spuntò alla destra di Turci e con un tiretto malefico fece ammutolire il Friuli.
Che fa ora il georgiano? Classe 1973 ultima squadra allenata in Inghilterra l’Hull City, il georgiano vive un piccolo momento di gloria. Lo cercano tutti per parlare del fenomeno del momento, quel Kvaratskhelia che sta incantando il campionato a suon di dribbling e grandi giocate col Napoli. «Avrebbe potuto finire all’Ajax», ha detto qualche giorno fa in un’intervista a un giornale olandese facendo girare le scatole agli oranje.
E gli altri, i delusi da quel gol, quelli che riempirono il vecchio Friuli – il nuovo è magnifico, ma quanto era bello anche il catino dei Rizzi –, insomma i tifosi dell’Udinese, come sono invecchiati?
Non è un caso che abbiamo deciso oggi, il giorno di Udinese-Lecce, il giorno del calcio giocato, di aprire le pagine dello sport di questo giornale con il ricordo di Udinese-Ajax di 25 anni fa. Perché le due partite, all’apparenza lontane anni luce, sono intrecciate alla grande, eccome se lo sono.
Venticinque anni fa l’Udinese di Zaccheroni era alla sua prima stagione europea e aveva cominciato il campionato che l’avrebbe portata al terzo posto. Ricordate la Curva Nord, non ce ne vogliano gli Udinese Club, ma vero termometro della tifoseria perché perfetta sintesi di diverse generazioni?
Piena, strapiena. Colma di entusiasmo e, la cosa più bella, di giovani. Il bambino di dieci anni che si era goduto Zico col papà allo stadio ora era un ragazzo, fate voi al primo impiego o all’università, che sognava con la sua squadra del cuore. Quelli furono gli anni della notte magica, con retrogusto amaro, con l’Ajax, ma anche del gol di Bierhoff contro l’Inter due giorni prima di Natale o del capolavoro di Amoroso contro Buffon. Ora? Guardate la Curva Nord. Torna ad essere brulicante di gente, strapiena di ragazzi e ragazze, sì tante, di ventenni che da bimbi hanno visto i gol di Di Natale, di cinquantenni che portano i loro bimbi a vedere Beto. Cose che pesano, forse ancor più dei risultati sul campo per il futuro di una società di calcio.
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