Nuytinck, Jajalo e Masina: chi è stato ceduto dall’Udinese e la “nuova” panchina bianconera
Pietro Oleotto
Benedetta panchina. Quando le vittorie fioccavano – tra la fine di agosto e inizio ottobre – si poteva proprio dire così osservando i risultati dell’Udinese. Ora, con il successo che manca proprio da quel “momento d’oro”, distante ormai nove giornate, ecco che la panchina viene tirata in ballo proprio per la poca qualità che riesce a regalare ad Andrea Sottil nell’ultima mezz’ora di partita. Un particolare da non sottovalutare in prospettiva futura, a cominciare dalla sfida interna di domenica con il Bologna, una sfida che potrebbe far “girare” il campionato, come testimonia l’appello della Curva Nord che alle 11.15 di sabato sarà al Bruseschi per incitare i bianconeri. L’ha fatto sapere via social: «Noi vogliamo questa vittoria. Ricominciamo a correre tutti insieme». Titolari e panchinari tra i quali gli “osservati speciali” sono sempre gli stessi, tanto che si può dire che sono almeno un paio i “buchi” nella rosa.
L’ultima recita
A Torino, in casa della Juventus, una duplice conferma, purtroppo. Enzo Ebosse, lo smemorato dello Stadium (che si scordato di Chiesa in occasione del gol partita), ha commesso l’ennesimo errore di una stagione d’esordio in bianconero tutt’altro che esaltante. Chi segue abitualmente l’Udinese sa, infatti, che almeno un altro paio di volte (con il Sassuolo, per esempio, ma anche nella gara di ripresa dopo la sosta, con l’Empoli) il camerunese si è distratto in modo fatale, agevolando il gol avversario. Ha partecipato al Mondiale in Qatar e viene da chiedersi, vedendolo in azione qui, come mai non c’è niente di meglio in difesa nella sua nazionale. Ha solo 23 anni, d’accordo, ma non è più di primo pelo e se ha giocato il 47% dei minuti da titolare (57% del monte minuti dell’Udinese), significa che la retriguardia non è poi così impermeabile. Giustificazione? Al di là del primo anno in Italia, si può dire che nessuno ha capito quale è il suo ruolo.
Centrale di sinistra o esterno di fascia mancina? A differenza di Ebosse, Kingsley Ehizibue ha una posizione precisa: laterale destro. Di spinta. Ma spinge in modo fin troppo naif per i canoni del calcio italiano. 27enne, si aspettava di avere più spazio in Friuli (14% dei minuti a disposizione giocati, 29% da titolare), ma finor ha dimostrato di possedere solo un grammo di qualità rispetto a quella che esibisce il “Tucu” Pereyra da esterno destro adattato.
Non solo esordienti
Il quadro dei “deb” in serie A potrebbe essere completato, guardando alle seconde linee da Festy Ebosse, laterale destro (ma impiegabile anche sull’altra ala del campo) di 20 anni e poca esperienza: 17’ in campo nelle tre presenze accumulata finora in A. Non è ancora pronto. Ci sono dei dubbi (tattici) sulla sua effettiva adattabilità al calcio nostrano. Cosa che non riguadra più Arslan e Samardzic a centrocampo, o Nestorovski in attacco, elementi che Sottil utilizza spesso per cambiare marcia dopo un’ora di gioco. I due tedeschi di nascita hanno già segnato nei finali, contro l’Inter (Arslan), contro Sassuolo, Roma e Napoli (Samardzic), dimostrando di poter essere davvero utili alla causa. Nelle ultime due uscite, con Empoli e Juventus, non hanno incantato: devono tornare ad essere concreti, sfruttando anche gli ultimi assalti, un discorso che può riguardare anche Nestorovski, pur essendo solo la quarta punta in ordine di impiego (solo 99 minuti con 8 presenze).
Chi non c’è
Ultimo capitolo riservato ai “ceduti”: Mato Jajalo, finito in B al Venezia l’altro giorno, era davvero l’ultimo della lista a centrocampo (un’ora di gioco nelle prime 17 giornate), Bram Nuytinck smistato adesso alla Samp è stato impiegato di più 383 minuti in 6 partite, ma con Adam Masina in fase di recupero e capace di raccogliere ben 306 minuti prima di infortunarsi alla quarta presenza, è facile capire perché il vecchio “Brambo” sia stato salutato prima della naturale scadenza del contratto, a giugno.
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