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l’intervista

Il futuro di mister Sottil all’Udinese: “Sarà decisivo il finale di stagione per la panchina”

Il procuratore Claudio Pasqualin pronto a godersi la sfida con il “suo” Zanetti. «Il tecnico bianconero meriterebbe la riconferma, ma adesso è ancora in bilico

STEFANO MARTORANO
3 minuti di lettura

Il focus è sul presente perché Empoli-Udinese di domani pomeriggio al Castellani lo vedrà diretto interessato, con in mano la procura del tecnico dei toscani Paolo Zanetti da una parte e con il cuore tinto di bianconero friulano dall’altra, ma il rimando al futuro è sempre inevitabile quando Claudio Pasqualin interpreta le varie fasi della stagione calcistica, avendone precisa conoscenza delle tempistiche che contano.

Così, quando l’esperto procuratore afferma che «Sottil meriterebbe la riconferma, ma adesso è in bilico perché sarà decisivo il finale di campionato», aggiungendo che «i Pozzo stimano e apprezzano Zanetti per il modo di interpretare il mestiere», allora diventa fin troppo scontato supporre che l’imminente sfida possa mettere in palio ben più dei tre punti.

Pasqualin, il futuro dell’Udinese può già passare da Empoli?

«Sì, soprattutto per quanto riguarda la necessità di tornare alla vittoria per fare al più presto i punti utili per chiudere un discorso salvezza che non mi sembra assolutamente in discussione, e anche per puntare a restare nella parte sinistra della graduatoria. Altro direi che non si può chiedere adesso all’Udinese perché dal pareggio dell’andata con l’Atalanta, a quello di ritorno con la Dea, sono stati persi dei colpi, con una sola vittoria. Il momento non è quindi brillante, ma per me l’Udinese si merita comunque un buon 6 e mezzo nella sua pagella».

Anche per come si è mossa la società sul mercato di gennaio?

«A mio parere la squadra è uscita ridimensionata dal mercato. La società ha incassato bene, ma ha agito in fretta liberandosi di Makengo e Nuytinck. Con loro sarebbe stata un’Udinese più solida, e d’altro canto non si poteva neanche pretendere che Thauvin risolvesse i problemi creati dall’assenza di Deulofeu, vuoi per la frequentazione di un campionato relativamente impegnativo come quello messicano e vuoi per l’inattività con cui il francese è arrivato. Sembra quasi che Sottil debba aspettarlo, ma il mercato di gennaio deve fornire giocatori pronti adesso perché la stagione si fa adesso e si conclude tra poco».

Domanda secca al procuratore: Deulofeu porterà nelle casse dei Pozzo i 20 milioni richiesti la scorsa estate al Napoli?

«Per prima cosa l’assenza di Deulofeu priva di speranza la squadra, perché con le sue giocate accendeva la luce e con la sua sola presenza infondeva la speranza di cambiare corso alla partita. Per il mercato, io ricordo solo che dopo l’esperienza al Milan Deulofeu era sparito, ma poi si è risollevato bene a Udine. Lui ha delle richieste, ci saranno delle offerte, e poi si vedrà, ma credo che prima o poi l’investimento fatto a suo tempo sarà recuperato».

Un altro sulla lista dei partenti a fine stagione potrebbe essere Beto...

«I Pozzo sono i più bravi d’Europa a decidere quando è il momento di cedere, ma se fossero confermati i 25 milioni che aveva offerto l’Everton, credo che sarebbe una tentazione irresistibile in rapporto al potenziale inizialmente mostrato e ai limiti fin qui evidenziati».

Tornando alla stretta attualità, che avversario è l'Empoli del suo assistito Zanetti?

«Al di là delle disquisizioni tattiche e della voglia di arrivare per prima sul pallone col pressing alto, l’Empoli gioca un calcio spumeggiante che non trascura la fase difensiva. Con l’arrivo di Caputo a gennaio si sono garantiti un certo numero di gol e in più Paolo sta valorizzando i giovani. Non è difficile pronosticare un futuro importante per Baldanzi e Parisi, ma alle spalle di tutto c’è il Pozzo della situazione che si chiama Fabrizio Corsi, un presidente tra i più credibili e attenti del calcio italiano».

Che ha preso Zanetti, seguito un paio di anni fa dall’Udinese. A proposito, è plausibile un possibile ritorno di fiamma dei Pozzo per il suo assistito?

«È assolutamente prematuro, e allo stato attuale non c’è nulla che vada oltre la stima e l’apprezzamento per il modo che ha Paolo nell’interpretare il ruolo di allenatore, mestiere che svolge con la massima cura dei dettagli e grande serietà».

Conoscendo i Pozzo, lei crede che Sottil sarà riconfermato?

«È presto per dirlo. Secondo me se lo meriterebbe, ma adesso è in bilico perché sarà decisivo il finale di campionato».

Finale che potrebbe essere ulteriormente stravolto dall’inchiesta Prisma sui conti della Juventus e le «partnership opache» con gli altri club, secondo la procura di Torino: anche l’Udinese deve temere sanzioni?

«Direi di sì, perché quando c’è un procedimento giudiziario c’è sempre il rischio di perderlo, e in certi contesti ancor più particolarmente perché questo avviene sia davanti al giudice di giustizia ordinaria e sia davanti a quello della giustizia sportiva, con tutte le conseguenze del caso».

Giustizia sportiva che, nel penalizzare la Juventus con 15 punti, ha attinto a piene mani dal materiale delle procure...

«Infatti ci dovrebbero essere degli spazi per la difesa della Juventus anche senza il sussidio della giustizia ordinaria alla quale la Procura federale ha attinto. Non dimentichiamo che in tema di diritto, il principio dell’ordinamento prevalente è quello statuale, ma la giustizia sportiva ha fatto abbondante uso su materiale acquisito dai tribunali ordinari e dalle procure, fondando la sua accusa su tutto il lavoro e il materiale che non poteva avere, rispetto alla Procura della Repubblica».

Come dire che l’inchiesta federale verte sul materiale della magistratura...

«Sì, e quindi non sappiamo quali intercettazioni possano esserci nello specifico nel rapporto tra la Juventus e gli altri club, come per esempio con l’Udinese e se quindi anche l’affare Mandragora possa finire nel mirino della giustizia sportiva».

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