Mancini e la convocazione di Pafundi: “Prima chiamo lui, poi gli altri. Ha qualità incredibili”
Il ct azzurro spiega perché ha convocato il baby dell’Udinese per le euro-qualificazioni con Inghilterra e Malta, nonostante sia impiegato poco: «Ha qualità incredibili, deve giocare»
Pietro OleottoDolce e amaro. Lo serve il ct Roberto Mancini da Coverciano, poco dopo l’ora di pranzo: «Prima chiamo Pafundi, poi tutti gli altri: è questo che penso quando faccio la lista dei convocati».
È la seconda puntata della “saga di Pafundi” in Nazionale, quando all’orizzonte ci sono le prime due tappe delle qualificazioni agli Europei del 2024, contro Inghilterra (giovedì sera a Napoli) e Malta (domenica in trasferta). La prima era andata in onda a novembre, in Albania, in una delle ultime amichevoli che hanno chiuso l’infausto 2022, l’ennesimo anno senza Mondiali. Domanda: «Scusi Mancini, perché convocare Simone Pafundi? In Friuli tutti se lo stanno chiedendo, non lo abbiamo quasi mai visto in campo con l’Udinese...». Risposta (del ct): «Se è qui è perché se lo merita». Il giorno dopo esordì in Nazionale, il più giovane azzurro dell’ultimo secolo.
Da allora sono passati quattro mesi e il baby bianconero (classe 2006) ha disputato 9-minuti-9 nel corso delle ultime 12 giornate del campionato di serie A, 5 minuti il 5 febbraio a Torino per cercare di arpionare il pareggio (missione fallita), 4 una settimana dopo contro il Sassuolo allo stadio Friuli per provare a prendersi la vittoria (niente da fare anche in questo caso). Ecco l’amaro per Pafundi, arrivato dopo il dolce. Lo zuccherino del “Mancio” che proprio in virtù di questi numeri non avrebbe dovuto richiamare il bianconero in azzurro.
Ecco un’altra zolletta, quella che Andrea Sottil non ama concedere al suo numero 80. Questione di ruolo? In effetti, quando l’ha spedito in campo per gli assalti finali, con gli equilibri tattici “saltati”, Pafundi ha fatto l’interno di centrocampo e anche l’esterno alto a destra in un inedito 4-4-2. Questo può essere l’interrogativo che governa le decisioni di Sottil che nel quadro di un 3-5-2 potrebbe usare il ragazzino solo “sotto punta”, dove però pagherebbe dazio a un fisico ancora da formare – e ti credo –. Ci sarebbe la scialuppa del doppio trequartista, visto che quel ruolo potrebbe essere interpretato anche da Pereyra e dal nuovo arrivato Thauvin, oltre che da Pafundi, ma non è mai stata calata nel mare della A dal tecnico dell’Udinese, nonostante l’infortunio di Deulofeu. Insomma, al baby si preferiscono i muscoloni di Success e le lunghe leve di Beto: uno dei due con quella formula tattica dovrebbe stare fuori.
«Pafundi è un vero talento, crediamo in lui, ha qualità incredibili», ha tagliato la testa al toro ieri Mancini sull’argomento. «Ha 17 anni e la speranza è che possa giocare in A e stare in Nazionale per i prossimi 20 anni: intanto voglio che si alleni con i grandi. Ai miei tempi i campioni alla sua età erano già titolari». Parla per conoscenza diretta, il “Mancio”, visto che esordì all’età di Pafundi e nel giro di un mese in quel Bologna – era il 1981 – non fece più panchina.
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