Juventus, Allegri dentro o fuori? Voci su Tudor, ma al 90% resterà
Antonio Barillà
I giorni di Massimiliano Allegri. Dentro (novanta per cento) o fuori: non si può più indugiare. Domenica a Udine calerà il sipario su una stagione tribolata – folkloristica, l’ha definita lui – e la ricostruzione impone due punti fermi: direttore sportivo e allenatore. Per ricoprire il primo ruolo, vacante, è stato scelto Cristiano Giuntoli che deve ancora recidere il legame con il Napoli, per il secondo è attesa la definitiva linea societaria: il contratto in scadenza nel 2025 e il riconoscimento di aver saputo isolare la squadra in un anno durissimo e aver favorito la sostenibilità lanciando diversi giovani e accettando di sacrificare grandi campioni (da Ronaldo a De Ligt) collocherebbe Max in una botte di ferro, ma all’investitura di John Elkann («Sarà riferimento dell’area sportiva») non hanno fatto seguito segnali univoci e scontati: la delicata scelta del ds lo ha bypassato e lui stesso, svelando l’intenzione di rimanere al cento per cento, ha specificato che la scelta dipende anche dalla società.
La sensazione è che alla Continassa abbiano voluto soppesare bene le opzioni, collocando sull’altro piatto della bilancia il gioco ritenuto non soddisfacente, il biennio senza trofei (una sola volta nella storia bianconera l’allenatore che lo ha gestito non è stato esonerato: Virgilio Rosetta, anno di grazia 1935), la conseguente frattura con parte della tifoseria e, soprattutto, l’opportunità di affrontare la prossima stagione con un eccellente “gestore” quando lo spogliatoio, tra esigenze di bilancio e riflessi della mancata partecipazione alla Champions, sembra destinato a impoverirsi di campioni e imbarcare nuovi giovani, richiamando quindi il diverso profilo d’un “organizzatore”.
Nonostante le indiscrezioni continuino a serpeggiare – l’ultima ieri dalla Francia: nuovo sondaggio per Igor Tudor, che ha lasciato l’Olympique Marsiglia –, la decisione sembra presa: avanti insieme, dando continuità a un progetto di ricostruzione iniziato due anni fa.
Anche Giuntoli è pronto a sottoscrivere la scelta, sempre che l’ingaggio, raggiunto fin nei dettagli, non finisca in bolle di sapone davanti all’intransigenza di De Laurentiis e alla necessità della Juve di completare l’area sport in tempi brevi: il piano B prevede la promozione di Giovanni Manna, che ha lavorato benissimo come ds del settore giovanile e ha già curato delle trattative legate alla prima squadra dopo l’inibizione di Federico Cherubini. Non si pensi quindi a una società ostaggio del lauto salario e della scadenza lontana del contratto di Allegri: al di là delle riflessioni, la fiducia è intatta e c’è anche un pizzico di gratitudine per come il tecnico sia stato parafulmine in un momento difficile.
Il rischio di un’altra stagione almeno di lacrime e sangue suggerisce inoltre di non cercare salti nel buio, ma affidarsi a chi conosce bene l’ambiente e il settore giovanile cui attingere. Tra i primi punti da affrontare, le sostituzioni di Di Maria, Rabiot e Paredes e la pianificazione di un mercato low cost che preservi tuttavia ambizioni bianconere.
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