La storia di Samia dalle Olimpiadi al barcone della morte
Giovedì e venerdì “32 secondi e 16” in scena al teatro Verdi di Pordenone. Sul palco anche l’attrice pordenonese Chiara Stoppa
PORDENONE. E’ uno spettacolo che fa riflettere, che parla di un tema quanto mai attuale e drammatico come quello dello sbarco dei profughi sulle coste italiane: si tratta dell’appuntamento con “32 secondi e 16”, che si terrà al teatro Verdi di Pordenone giovedì e venerdì (inizio spettacoli alle 20.45) in esclusiva regionale. Il titolo corrisponde al tempo ottenuto dall’atleta somala Samia Yusuf Omar nei 200 metri alle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Nel 2012, la stessa atleta morirà su un barcone nel tentativo di raggiungere Lampedusa.
A partire da questa storia, “32 secondi e 16” affronta il difficile tema dell’immigrazione. Lo fa con un cast d’eccezione che parla anche pordenonese: sul palco salirà infatti tra le protagoniste Chiara Stoppa, attrice che ha al suo attivo già numerosi spettacoli fra i quali “Il sogno” di Ronconi e “Romeo e Giulietta” e “Alla mia età mi nascondo ancora per fumare” della regista Serena Sinigaglia, che firma anche quest’ultimo lavoro in arrivo a Pordenone.
Con la Stoppa, Tindaro Granata, attore fra i più acclamati in questo momento sulla scena nazionale, già pluripremiato, applaudito a Pordenone in “Antropolaroid” e “Invidiatemi come io ho invidiato voi”, e Valentina Picello, che si è formata alla scuola del Piccolo con Ronconi.
Nel 2008, alle Olimpiadi, Samia Yusuf Omar fu ripresa da tutte le telecamere del mondo accanto ai mostri sacri dell’atletica. Correva nei 200 metri. Arrivò ultima con quasi dieci secondi di distacco dalla prima. Dieci secondi in questa disciplina sono un tempo infinito.
Poi il Corriere della Sera pubblicò una notizia: «Atleta somala muore su un barcone per raggiungere l’Italia: avrebbe voluto partecipare alle Olimpiadi di Londra». La regista Serena Sinigaglia ha conosciuto la storia di Samia e si è appassionata subito, «anche perché da bambina ho vissuto proprio in Somalia, a Mogadiscio, dove Samia è nata e da dove è scappata per intraprendere il “viaggio”. Il “viaggio” di Samia è anche il mio viaggio».
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