Pellizotti dopo il Giro vuole tenersi la maglia tricolore
Il campione d’Italia ha chiuso undicesimo a 11’35” da Nibali. «Corsa rosa? Fra un anno appuntamento sullo Zoncolan»
UDINE. Giro d’Italia. Per Franco Pellizotti il giorno dopo è stato semplicemente così: relax in casa e pomeriggio passato a tagliare il prato del giardino, per chi non lo sapesse praticamente un campo da calcio, e quindi tutt’altro che una passeggiata.
«Ma sabato sulle Tre Cime di Lavaredo con la neve era peggio» spiega il corridore carnico.
Aveva mai corso in condizioni del genere?
«No, e corro tra i pro dal 2001...Ricordo la tormenta e migliaia di persone a bordo strada. Sulle prime rampe delle Tre Cime ho sentito anche la voce di mio zio Lucio, arrivato da Paularo in bici per incitarmi».
Dopo tre anni ha affrontato i più forti. Soddisfatto?
«Ho dato tutto. È vero, era dal 2009, da prima della squalifica, che non affrontavo i più forti alla pari. Sono soddisfatto del mio Giro in generale, specie per quanto fatto nell’ultima settimana, quando la mia condizione è migliorata molto».
Ha per caso allora maledetto l’annullamento della tappa di venerdì?
«Sì. Il tappone di venerdì con Stelvio, Gavia e Val Martello l’avrei corso volentieri, anche con il brutto tempo. E se sabato prima delle Tre Cime ci fossero stati Giau e San Pellegrino chissà...»
Nibali però avrebbe vinto lo stesso. Concorda?
«Vincenzo ha fatto una grande gara, era il più forte ed avrebbe vinto anche con i tapponi dolomitici. Però correre per ore a cavallo dei duemila metri, fare tre-quattro salite di fila, affrontare le discese è tutta un’altra cosa rispetto che affrontare una tappa con solo una salita nel finale. Insomma, qualche “testa” sarebbe saltata e il pubblico magari si sarebbe divertito di più».
Ha aiutato Nibali a sbocciare negli anni della Liquigas, siete amici: per caso le ha proposto di raggiungerlo all’Astana?
«No, no. Anche se il mio obiettivo per il 2014 sarà quello di tornare a correre per una squadra Pro Tour, di quelle cioè che partecipano a tutte le corse più importanti del calendario. All’Androni sto benissimo, la squadra è una famiglia, ma ho 35 anni e ho bisogno di tornare a disputare gare come il Tour de France o Liegi Bastogne Liegi».
Trattative?
«È presto, l’estate porterà novità spero».
I suoi tifosi dicono di aver visto poco in gruppo la maglia tricolore in quest’inizio stagione. Concorda?
«Sì, avrei dovuto correre di più perchè con più gare nelle gambe al Giro sarei andato meglio. Tuttavia la mia squadra non viene invitata, ad esempio, alla Tirreno, alla Parigi-Nizza o al Romandia».
Fra tre settimane in Val di Non dovrà rimettere in palio la maglia.
«Voglio tenermela. Voglio rivincere il campionato italiano. È il mio grande oviettivo. Avrò avversari duri come Moser, Cunego, Ulissi, ma il percorso mi si addice. Due giorni di riposo e andrò a correre in Francia per prepararmi»
E nel 2014?
«Ovvio. Punterò forte sul Giro. Con il mio Zoncolan da scalare due volte voglio essere protagonista. Sapete che Nibali non credeva al fatto che lo Zoncolan si potesse scalare due volte nella stessa tappa?»
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