Il gioco dell’Udinese con Totò non decolla
Un solo gol dal 30 ottobre con lui in campo. Sono 3 mesi che non segna su azione E quando è assente la squadra dimostra di essere più veloce e “guidoliniana”
UDINE. I numeri e i fatti dicono che il gioco dell’Udinese non decolla quando in campo c’è Di Natale. Totò all’improvviso è diventato un problema? Se è quello visto finora (esclusa la partita con la Fiorentina) sì, ma. É brutto dirlo, considerando tutto quello che il capitano ha fatto in questi anni per l’Udinese, ma è la realtà.
Gol. Che il capitano non potesse essere eterno era prevedibile, 20 e fischia gol all’anno non si possono segnare sempre. La flessione, però, in questo campionato è stata netta. Quattro gol segnati, ma soltanto uno su azione addirittura più di tre mesi fa (il 15 settembre con il Bologna). Totò è a secco da quattro partite considerando che ha saltato quelle di Catania e Napoli, ma un mese e mezzo senza fare centro e per di più su rigore (30 ottobre a Reggio Emilia con il Sassuolo) è un dato che fa riflettere.
Freno. Non solo. Nelle ultime quattro partite in cui è partito titolare, l’Udinese è andata a bersaglio in una sola occasione (Heurtaux con la Fiorentina su azione da palla inattiva). Con lui in campo il gioco non decolla e non è un caso che sul piano della manovra le due partite migliori dell’Udinese siano state quelle in cui il capitano era assente, ovvero quella con il Catania e con il Napoli. Al Massimino e al San Paolo si è vista una squadra aggressiva, veloce, molto “guidoliniana”, tutto il contrario di domenica con il Torino.
Fisico. Il tecnico negli anni scorsi aveva costruito attorno a Di Natale un meccanismo che ne sfruttasse le sue qualità di finalizzatore; in questo momento Totò è troppo fermo, non tenta nemmeno il dribbling, traccheggia in area aspettando il pallone buono che non arriva mai e anche la lucidità sottoporta, come confermano gli errori con la Juve, non è quella dei tempi migliori. Neanche i suoi proverbiali “tagli” per andare alla conclusione in diagonale si vedono più. Questo il quadro di oggi. Ma guai a dare sentenze definitive quando c’è da disputare più di metà campionato, i campioni sono orgogliosi e non ci stupiremmo se Totò riprendesse a stupire.
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