Micalich: l’Apu prova a creare una sua scuola
L’ad e gm: «Aiuta pure le altre società udinesi a reclutare nel basket in difficoltà» La prima squadra di serie B può fare da traino con la sua marcia verso l’A2 Silver
UDINE. L’Apu Gsa per la serie B 2014 - 2015 chiude oggi, facendo basket alle 10.30 al Benedetti, la prima settimana intera di preparazione. E, nella prossima, va già verso quella tipo nella marcia verso l’A2 Silver.
L’ad e gm Davide Micalich, intanto, registra i pareri dissonanti rispetto alla nuova impostazione delle giovanili Apu e sui rapporti con le società udinesi affiliate. «Non ho intenzione di fare polemiche – dice – con Mauri (Maurizio Ivancich, ndr) e Gigi (Colosetti, ndr). Anzi, li ringrazio per quel che hanno fatto e faranno ancora per il basket. Ne ho il massimo rispetto e sono in amicizia con loro. Ho iniziato a giocare a Martignacco con Ivancich allenatore, che ci ha portato a tre finali nazionali giovanili. Gigi mi convocava nelle selezioni regionali Fvg, l’ho ritrovato alla Cbu e come tale ha allenato in Snaidero e l’anno scorso l’Apu U13».
«Il progetto Apu – entra in tema – non è mutuato da quello di Alibegovic alla Snaidero. Bjedov, responsabile U17, 15 e 14, è un croato che vive a Tricesimo. Gli altri sono tutti udinesi: Corpaci e Vignola in prima squadra, Paderni e Bredeon all’U19, Marchettini all’U14 con Bjedov supervisore. Il progetto Snaidero, poi, è nato prima di Alibegovic. Non è emulazione, ma all’Apu vogliamo provare a creare una nuova generazione di allenatori di basket. Senza trascurare il bagaglio di alcuno, diamo spazio a tecnici volonterosi e preparati».
«Goran Bjedov – ammette Micalich – è una scelta mia, condivisa da presidente Pedone e società affiliate. Non abbiamo un settore giovanile di gran qualità. L’idea di partenza era di fare l’U19 d’eccellenza, ma non potevamo. Non c’è buon reclutamento. Con Bjedov, decisione unanime per ovviare, abbiamo preso un allenatore a tempo pieno, professionista, giovane».
Micalich affronta, quindi, l’altro corno del problema: «lo spezzettamento o no delle giovanili», lo definisce lui. E parte da lontano: «Non ho ricordi di quando giocavo nelle giovanili alla Reyer, ma del 1979 o 1980 quando vedevo i primi Apu Friuli - Ubc. Allora c’erano tante realtà cittadine, giocatori forti e la concorrenza creava competitività. Ora non riusciamo a fare un’U19 d’eccellenza. L’Apu è disposta a fare da contenitore. L’Ubc ha tradizione. Gigi alla Cbu ha creato giocatori. Ora ci proviamo noi. Bjedov non allenerà l’U19, parte dalla base. Farà allenamenti individuali, come gli piace. Non è slavo integralista. E’ aziendalista, uno di noi, conosce il gioco».
Infine, la sostenibilità: «Ci vuole capacità economica per sostenere i campionati, capacità tecnica l’abbiamo aggiunta. Mauri e Gigi sono maestri, ma il tempo va avanti e il futuro sono Corpaci, Paderni, Marchettini. Abbiamo una gran risorsa in Pedone. Constatato che non siamo da eccellenza, ha accettato la proposta di dare una mano alle società di Udine investendo sulla base, perché faremo anche giovanili B e C, non solo A. Mette a disposizione risorse per rilanciare il movimento, che è a un punto di non ritorno.Proveremo a fare reclutamento tornando anche in A, perché la B non dà ritorno. Vogliamo provare ad aprire un ciclo nuovo».
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