Ok Udinese, la strada è quella giusta
Sei gol contro i dilettanti del Feldkirchen. Piace lo sviluppo coraggioso del 3-5-2
INVIATO A FELDKIRCHEN. Iachini chiama, l’Udinese risponde. D’accordo, non si trattava di andare sulla Luna, nulla a che vedere con i dialogi tra Houston e l’Apollo, gli avversari erano i dilettanti del Feldkirchen (quarta serie austriaca), ma era importante capire se la “creatura” sta facendo dei passi in avanti seguendo l’idea tattica che il tecnico ascolano ha in mente per il campionato che verrà, al di là dei sei palloni finiti nel sacco dei carinziani.
Ebbene, la sensazione raccolta ieri è positiva. L’Udinese sta cercando si sviluppare in modo coraggioso quel 3-5-2 che nelle scorse stagione aveva troppe volte mostrato dei limiti in termini di creatività offensiva.
L’idea meravigliosa non è una novità assoluta, chi ha seguito la genesi dell’Italia europea di Antonio Conte (dall’amichevole di marzo con la Spagna proprio in Friuli), sa che la trasformazione in un 3-4-3 è possibile con lo spostamento di una singola pedina: in azzurro era Candreva che si aggiungeva al duo d’attacco, ieri è stato Kone a operare da pendolo, abbandonando il ruolo di mezz’ala sinistra al fianco di Hallfredsson e Fofana.
Questo il nocciolo del centrocampo bianconero schierato da Iachini, con Edenilson (vivace) a destra e Armero (meno continuo) sull’altra fascia. In retroguardia, là dove bisognerà cercare di essere a tenuta stagna durante il campionato, Angella, Bubnjic e Felipe (nell’ordine) davanti a Scuffet, mentre il tandem d’attacco proponeva la formula Thereau-Perica.
A livello realizzativo il mattatore è stato Cyril Thereau, quasi una risposta concreta alle voci di un imminente addio (smentito dalla società) per rientrare in Francia all’amato Olympique Marsiglia: un tris di gol al quale bisogna aggiungere una raffica di conclusioni disinnescate con orgoglio e un po’ di fortuna dal Feldkirchen, fin dal 10’: prima un tiro sul fondo da distanza ravvicinata, poi un minuto dopo, un diagonale intercettato con il corpo dal portiere avversario, quindi un altro suggerimento di Fofana (interessante, decisamente interessante anche per la duttilità tattica) e una botta del connazionale da centro area. Niente da fare.
Hallfredsson, piazzato sorprendentemente in cabina di regia, cerca di sostituirsi allora alle punte, ma prima spara altissimo, fino ad arrivare con il pallone sul campo secondario del complesso polisportivo (là dove nell’estate del 2000 si allenavano Pizarro e compagni agli ordini di mister Roy Hodgson), poi piazza un sinistro a colpo sicuro ma il miracolo austriaco è servito da “san” Hudelist.
Ci vuole perciò una torsione di testa di Angella al 26’ per rompere il ghiaccio e dare avvio al valzer del gol. Ci provano anche Kone (errore clamoroso a porta spalancata) e Perica, ma è Thereau che – su un tiro del croato respinto dal portiere – raddoppia al 36’, mentre Edenilson chiude il conto della frazione cinque minuti dopo con un colpo di testa un cross dalla sinistra.
Nella ripresa tre cambi all’inizio, soprattutto quello di Penaranda per Perica al centro dell’attacco, con il venezuelano che parte a spron battuto con un paio di accelerazioni, ma poi cala, complici le gambe che non girano (logicamente) a mille.
Così tocca ancora a Thereau: al 7’ e al 32’. Di Edenilson l’ultimo gol, una botta di destro a due miniti dal 90’. Doppietta per il brasiliano, tripletta per il francese. Sono al centro delle chiacchere di mercato. E dopo un dite: uffa, che barba, che noia.
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