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Gsa, Usa e “getta”: via Delegal e Barry

Il primo verso il taglio, il secondo non ha convinto. Dubbi anche su Laser: a questo punto la società tornerà sul mercato

2 minuti di lettura

UDINE. Cominciamo dalle certezze, che all’indomani della doppia sconfitta al Trofeo Città di Trieste 2016 sono due. La prima è che la condizione fisica sta crescendo e l’Apu Gsa può contare a occhi chiusi sullo “zoccolo duro” di giocatori che ha conquistato la promozione in serie A2.

La seconda è che alla prima di campionato contro Ravenna vedremo una Gsa diversa da quella di sabato sera, perché Eddie Delegal ha fallito la prova d’appello e a questo punto la sua avventura in Friuli appare ai titoli di coda. Dato che neppure il debuttante Barry ha fatto scattare il colpo di fulmine, la società udinese è pronta a intervenire per rimodellare il roster.

Italiani ok. Inutile girarci attorno: se la squadra di coach Lardo ha ben figurato contro il Partizan Belgrado, lo si deve ai “senatori”, ovvero al granitico gruppo di italiani che l’anno scorso ha raggiunto l’obiettivo promozione.

Il general manager dell’Apu, Davide Micalich, apprezza e applaude: «Il torneo di Trieste ci dice che la squadra cresce dal punto di vista fisico ed è rimasta la stessa della scorsa stagione per spirito e combattività. L’impronta di Lardo c’è e si vede».

Asticella alta. I risultati, però, fanno storcere il naso alla tifoseria, abituata a vincere spesso fino a pochi mesi fa. Il punto è che l’asticella s’è alzata. E di parecchio. «Ritengo sia passata inosservata una nostra scelta ben precisa – sottolinea Micalich – cioè di disputare una pre season molto impegnativa. Abbiamo affrontato avversarie di livello quando invece avremmo potuto giocare contro squadre di categoria inferiore. Volevamo che questi test ci potessero fornire indicazioni ben precise, ed è quanto sta accadendo».

Delegal ai saluti. Le note dolenti arrivano dal pacchetto Usa, assolutamente impalpabile nella serata triestina. Partiamo da Eddie Delegal: del suo triangolare restano impressi almeno tre tiri da fuori senza nemmeno toccare il ferro, un paio di sanguinose palle perse a metà campo e tanta difficoltà in difesa. Una cartolina eloquente, su cui a breve si andranno ad apporre i saluti.

«Su di lui abbiamo lavorato per tutta l’estate – spiega il gm bianconero - prendendo una gran mole d’informazioni. Gli abbiamo fatto un contratto 1+1, in prospettiva. Il punto è che ce lo aspettavamo più pronto adesso, perché ci serve un esterno che ci dia solidità. A mio avviso non è pronto per il campionato italiano, dovrebbe giocare un anno in un torneo più semplice».

Parole che sanno d’addio e che spalancano nuovamente le porte al mercato: «Non ci giriamo attorno, la sua posizione è a forte rischio. Mancano due settimane al campionato, è tardi ma siamo in tempo per intervenire». Probabili novità già nei prossimi giorni.

Un timido Laser. Anche sul play aleggiano forti dubbi. Micalich va dritto al punto: «Nella scelta dei due Usa cercavamo un play esperto di campionati europei, con buona leadership, e un’ala talentuosa, giovane, da far crescere in un gruppo coeso. Onestamente Laser non è il leader che ci aspettavamo, fa fatica. Ha dato buoni segnali in alcuni frangenti, vedi contro Treviso, ora cerchiamo di capire quanto può crescere».

Arrivederci Barry. Quella di Remy Barry è stata una vera e propria toccata e fuga. Al PalaTrieste non è dispiaciuto, ma è chiaro che a questa Gsa serva ben altro. «Ci è piaciuto, ma abbiamo bisogno di qualcosa in più in fase offensiva. Non resterà a Udine».

Trieste tabù. I tre derby persi non sono facili da digerire per i tifosi, ma Micalich torna sui concetti già espressi dopo Grado Basket. «Non ragioniamo di pancia, ma con la testa. Le consideriamo sconfitte salutari, sono servite a renderci conto di come va rimodellata la squadra. Vogliamo essere onesti, con noi stessi e con i nostri tifosi. Se abbiamo commesso degli errori, facciamo mea culpa e rimediamo». I derby che contano, in fondo, devono ancora arrivare.

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