Bologna-Udinese, va in scena la sfida fra Delneri e Donadoni
Hanno allenato Cassano, adoravano Di Natale: i precedenti favorevoli a Gigi
UDINE. Cosa hanno in comune Gigi Delneri e Roberto Donadoni oltre al mestiere di allenatore? Beh, le origini. Uno è friulano, l’altro bergamasco.
Dicono che si assomiglino molto: gente tosta, testarda anche, ma orgogliosa, onesta e lavoratrice. Il loro slogan è: fatti, non parole.
E infatti sia l’uno che l’altro non amano i proclami, ma lavorare sul campo. Domenica 30 aprile si ritroveranno uno contro l’altro. Non è capitato tante volte, appena sei: quattro vittorie per Gigi, una per Roberto e un pareggio. Un trend che in Friuli vorrebbero proseguisse.
Antonio. Entrambi hanno allenato Antonio Cassano che, guarda caso, negli ultime settimane si è proposto proprio a Udinese e Bologna, le squadre che allenate dai suoi ex mister.
Donadoni prima convocò Cassano all’Europeo del 2012, poi i due si sono ritrovati insieme nell’esperienza al Parma. Oggi FantAntonio usa parole dolci nei confronti del suo ex allenatore il quale sopportò le sue bizze con una pazienza al limiti dell’impossibile.
Delneri ha guidato Cassano in quella che è stata forse la miglior stagione della carriera del talento di Bari, quella alla Sampdoria dove con Pazzini formò una coppia affiatatissima.
Totò. Quella Samp arrivò quarta e si qualificò per il preliminare di Champions League perso poi malamente con il Werder Brema. Sulla panchina blucerchiata non c’era più Gigi, trasferitosi alla Juventus dove, in quella calda estate del 2010, fece il possibile per convincere Totò Di Natale a raggiungerlo a Torino.
Rimane famosa quella presentazione dell’Udinese in piazza Duomo con i media che davano il napoletano con le valigie in mano e il diretto interessato che al microfono di Ivan Zazzaroni fingeva di cadere dalle nuvole.
Come sono andate le cose poi lo sappiamo tutti. Di Natale rimase in Friuli e con l’Udinese arrivò quarto aprendo una serie di qualificazioni europee da brividi.
La Juve di Delneri, chiuse settima ed esclusa dalle Coppe. Gigi non verrà confermato e al suo posto arriverà lo juventinissimo Conte. Impossibile sapere se l’epilogo sarebbe stato diverso con Totò a Torino. Di sicuro l’Udinese di Guidolin non avrebbe vissuto quell’epoca così scintillante.
Futuro. Donadoni ha un contratto fino al 2018, Delneri fino a giugno. Paradossalmente, però, Gigi sembra più sicuro di proseguire la sua avventura in Friuli di quanto lo sia il suo collega in Emilia. Questione di risultati, tanto per cambiare.
Il Bologna ha avuto una flessione nella seconda parte della stagione, l’Udinese, invece, a parte la parentesi a cavallo di gennaio e febbraio, ha tenuto un ritmo più costante e gli otto punti che separano le due squadre in classifica sono lì a confermarlo.
E pensare che nel settembre del 2015 Bologna-Udinese 1-2 fu decisiva per spingere Donadoni verso l’Emilia piuttosto che in Friuli.
Sia Delio Rossi che Stefano Colantuono avevano la panchina che scottava. Ad avere la meglio fu l’allora tecnico bianconero che peraltro pagò a carissimo prezzo quella vittoria visto che nel momento in cui Zapata firmò il gol della vittoria si procurò una lesione muscolo-tendinea che lo tenne fuori per tre mesi.
Altri tempi, altra storia. Chissà, magari Donadoni un giorno arriverà anche sulla panchina dell’Udinese, nel frattempo lunga vita a Gigi d’Aquileia. Non tanto, sia chiaro, perchè è friulano, ma perchè è bravo.
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