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Pordenone, delusione Pietribiasi: "Addio doloroso, meritavo più chance"

Serie C: parla il doppio ex di neroverdi e Bassano, di fronte domenica. «Con Colucci sarei rimasto: l’obiettivo serie B è fattibile»

2 minuti di lettura

PORDENONE. Non alza la voce, il suo non è un tono polemico. Ma su un aspetto non ha dubbi ed è deciso: «La stagione scorsa avrei meritato più chance». Firmato Stefano Pietribiasi.

Il “Condor”, classe ’85, doppio ex della sfida tra Bassano e Pordenone, parla per la prima volta, con rammarico, dopo l’addio ai colori neroverdi.

Se in giallorosso è stato protagonista, con 91 gare e 32 gol in tre tornei, coi ramarri l’attaccante di Schio, ora in forza al Campodarsego in serie D, non ha sfondato: 21 presenze in campionato, più quella col Parma nella semifinale playoff, e nessun gol. «Mi spiace sia finita così: comunque domenica sarò allo stadio e tiferò Pordenone».

Pietribiasi, partiamo dalla sfida del Mercante. Che gara sarà?

«Accesa e divertente. Col Campodarsego (con cui debutta, ndr) giocherò in casa e poi verrò al Mercante. Ho diversi amici da una parte e dall’altra. I ramarri sono favoriti ma occhio al Bassano, squadra in crescita con giocatori interessanti».

Facciamo un passo indietro: perché è finita la sua avventura a Pordenone?

«Innanzitutto mi è dispiaciuto moltissimo. Sono stato poco più di un anno in neroverde, ma mi sembrava di essere lì da una vita. Con i compagni avevo legato molto. Onestamente questa stagione ero convinto di poterci stare: Colucci avrebbe voluto che rimanessi, la società ha fatto altre scelte. Ammetto che dopo l’addio ho passato una settimana col morale piuttosto basso».

Torniamo alla scorsa stagione...

«...In cui pensavo di avere qualche possibilità in più. Senza nulla togliere a chi ha giocato, che ha meritato di stare in campo, ero convinto che in alcuni momenti potesse arrivare il mio turno: ne parlavo anche con Rachid (Arma, ndr). Non c’è stato niente da fare. Ma la domanda andrebbe fatta a mister Tedino».

Lei è convinto di avere dato tutto ciò che aveva?

«Mi sono sempre allenato e mi sono sempre comportato in maniera professionale. Non ho mai fatto polemiche perché non giocavo e ho mantenuto un atteggiamento positivo: ero il primo ad andare a esultare assieme agli altri. Ripeto: mi dispiace. Anche perché a inizio campionato, quando scendevo in campo, si era messa di mezzo anche la sfortuna con pali e gol annullati».

Se Tedino fosse rimasto a guidare il Pordenone avrebbe chiesto di andare via?

«Credo proprio di sì. Lo scorso gennaio avevo deciso di rimanere perché pensavo di poter ancora dare il mio contributo. Sono stato utilizzato poco e mi era difficile dimostrare qualcosa. Quest’anno, invece, avevo scelto di non muovermi per giocarmi le mie carte con Colucci. Il mister mi ha apprezzato, ma come detto il club ha preso altre strade. Nel calcio ci sta».

Arriviamo al presente. I ramarri possono salire in serie B?

«Per me sì. Squadra attrezzata e che ha fatto un buon mercato, riuscendo a rimpiazzare ottimamente i tanti giocatori forti andati via. Mi auguro che arrivi la promozione per la società, i ragazzi che giocano e per i tifosi. Quest’ultimi li ringrazierò sempre per il calore che mi hanno sempre riservato, nonostante tutto».

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