Difesa e De Paul fanno felice l’Udinese ma per crescere serve un altro Lasagna
La tenuta della retroguardia (4 reti subite) e i gol del numero 10 valgono i 5 punti in classifica, ma fa meditare l’attacco
Pietro OleottoUDINE. Il bicchiere è mezzo pieno. Lo dicono gli applausi convinti della gente del Friuli al termine dei 90 minuti con il Torino, nonostante i granata nella ripresa abbiano recuperato il gol di svantaggio e chiuso la partita con un risultato positivo. Un pareggio che consente all’Udinese di mettersi in tasca il quinto punto della stagione ma che è un risultato in chiaroscuro che dimostra che non tutto fila per il verso giusto in casa bianconera. Non si tratta di avvitarsi sui rimpianti che obiettivamente sono pochi (a Parma si era messa male e un punticino è un buon risultato, a Firenze al massimo si poteva spremere un altro pareggio), però è chiaro che per crescere dovrà risolvere dei problemi. In fretta visto che la classifica è compressa e che gli impegni con le avversarie da tenere sotto – le trasferte con Chievo e Bologna – sono alle porte. Non resta che consolidare i “fattori” positivi, individuare il tallone d’Achille e spazzare i dubbi.
Gli olandesi volanti, visto che Troost-Ekong è nato nei Paesi Bassi come Nuytinck, stanno dimostrando di poter formare una coppia di centrali di buona affidabilità. Il “pelatone” ex Anderlecht aveva pagato in modo evidente, in termini di rendimento, la disgraziata seconda parte dello scarso campionato. Velazquez, dopo qualche tentennamento (in Coppa Italia, in particolare), ha capito che lo svagato Samir va sfruttato per la forza fisica sulla fascia sinistra per ridare così il posto a Nuytinck che il tandem con Ekong ha subito 4 gol in altrettante giornate, di cui due a Parma, quando l’ex Bursaspor fu schierato a praticamente 48 ore dal primo allenamento con l’Udinese. Sull’altro fronte i bianconeri si reggono soprattutto sui numeri di De Paul, 3 reti (su 4, manca quello di Fofana), 8 tiri, 4 palle gol e soprattutto tanta leadership, non rilevata dalle fredde statistiche della Lega serie A. D’accordo perde ancora troppi palloni, a volte è irritante per la testardaggine nel dribbling, ma rende decisamente più di Pussetto, ancora da inquadrare nel calcio europeo, e di Machis, decisamente poco continuo nell’arco dei 90 minuti.
Ma i problemi dalla cintola in su riguardano soprattutto Kevin Lasagna e – se la critica può avere un cuore – questo dispiace perché l’attaccante di Portiolo di San Benedetto Po incarna un po’ il giocatore ideale per il tifoso friulano. Nel 4-1-4-1 di Velazquez non riesce ad esprimersi al meglio. È costretto a sacrificarsi nel gioco aereo, mentre i palloni serviti sulla corsa scarseggiano. Forse per questo ha perso in freddezza (vedi il gol mangiato con la Samp) e forse dovrebbe essere affiancato da un’altra punta, ma Teodorczyk non esalta ancora il tecnico spagnolo che preferisce utilizzarlo part time e non in coppia con Lasagna, costretto con il polacco in campo a fare l’esterno sinistro. Ecco il rebus da risolvere.
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