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Il sacrificio di Aquileia fermò l’ondata di Attila

Lo storico Ian Hughes pubblica con la Leg di Gorizia un libro sul flagello di Dio e il generale romano Ezio

2 minuti di lettura
AQUILEIA

Ancora una testimonianza dell’importanza di Aquileia dal punto di vista strategico e militare. La città romana, centro propulsore del Cristianesimo e crocevia di ricchi scambi commerciali, solida roccaforte romana nel controllo dell’Europa orientale, viene nuovamente descritta come importante baluardo per la difesa dei confini orientali. Il prossimo 2 novembre, per Leg edizioni, uscirà “Ezio. La nemesi di Attila”, scritto dallo storico Ian Hughes, autore di numerosi volumi dedicati al periodo del declino dell’impero romano. Tra le sue opere The Last Roman General (Pen & Sword, 2009) e Stilicho: The Vandal Who Saved Rome (Pen & Sword, 2010).

Si tratta del volume numero 83 della collana Le Guerre, dedicato al generale romano Ezio e al suo ruolo fondamentale nei decenni più tormentati della caduta dell’Impero romano. Oltre al rilievo storiografico del libro, che affronta con grande competenza una figura poco trattata, quella del generale romano Ezio, inserendola nel contesto della tarda antichità, il testo è molto significativo per il nostro territorio, in particolare nelle pagine che raccontano lo scontro tra Ezio e Attila in Italia.

Un capitolo è dedicato proprio all’importanza strategica di Aquileia, che, con il suo assedio concluso tragicamente, salvò le sorti della Penisola Italica. La maggiore differenza tra l’invasione della Gallia e quella dell’Italia fu proprio la difesa di Aquileia. Hughes scrive che l’assedio di tre mesi di Aquileia fece perdere ad Attila gran parte della stagione delle campagne militari e, si legge nel libro, oltre alle pesanti perdite e all’inizio di malattie, fece rapidamente finire la campagna.

L’autore racconta chi era il generale romano Ezio, l’uomo che salvò l’Europa occidentale dal giogo degli Unni. Mentre Attila è familiare a tutti, la vicenda del generale romano è rimasta relativamente oscura. «Ezio è una delle figure più importanti della storia del tardo Impero Romano e le sue azioni – spiega l’autore - hanno contribuito a mantenere l’integrità dell’Occidente negli anni del declino. Prima della sua carriera ai vertici dell’esercito romano, fu un semplice ostaggio tra i goti di Alarico e poi con Rua, re degli Unni.

La sua permanenza presso questi due popoli contribuì a dargli una visione senza precedenti delle tecniche e delle strategie militari di questi barbari». Pagine di storia in uno stile preciso e accattivante pongono Flavio Ezio in relazione con gli altri grandi protagonisti di un’epoca che trasfigura nella leggenda: insieme a Ezio e Attila, Alarico, Valentiniano III, Galla Placidia, Genserico e papa Leone I.

«In un vasto scenario che guarda da Aquileia alla Gallia, dalla Spagna a Cartagine, da Ravenna a Costantinopoli – chiarisce Hughes - i decenni fondamentali del passaggio tra tarda antichità e medioevo trovano in questo libro una narrazione in grado di misurarsi con eventi complessi, intrighi oscuri e lacune storiografiche, riuscendo a trasmettere il fascino di un’epoca travagliata e del suo grande protagonista: Flavio Ezio, terrore dei barbari e baluardo di Roma».

L’intento dello scrittore, come scrive Philip Matyszak nella prefazione, è spiegare nel modo più chiaro possibile, “chi fece cosa” nel corso di quegli anni drammatici e disperati. «Ian Hughes - le parole di Matyszak - ha la competenza per capire le complessità del periodo e la fiducia per presentare e sostenere il suo punto di vista anche contro consolidate ortodossie. Lo fa con una chiarezza e un entusiasmo che lo rendono accessibile al lettore comune così come allo specialista».

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