Carraro ristruttura: 167 esuberi alla Siap
Una “mazzata” sulla Siap. Quanto comunicato dai vertici del gruppo Carraro va oltre le più fosche previsioni dei lavoratori e dei sindacati. L’azienda intende tagliare 167 posti di lavoro, per la maggior parte operai, sul sito produttivo che conta 320 lavoratori.Ottanta esuberi alla Sfs Intec
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MANIAGO. Una “mazzata” sulla Siap. Quanto comunicato ieri mattina dai vertici del gruppo Carraro va oltre le più fosche previsioni dei lavoratori e dei sindacati. L’azienda intende tagliare 167 posti di lavoro, per la maggior parte operai, sul sito produttivo che conta 320 lavoratori. Una scure su poco più della metà della forza lavoro dello stabilimento; una decisione che avrà pesanti ripercussioni sul tessuto sociale ed economico del maniaghese.
A determinare la drastica riduzione del personale, l’andamento dell’ultimo anno e le prospettive per i prossimi tre, cinque anni: una situazione che ha fatto dire ai rappresentanti del gruppo che per garantire la sopravvivenza del gruppo bisogna tagliare. La riduzione di personale prevista nell’azienda maniaghese fa seguito agli 80 esuberi nello stabilimento di Gorizia, ai 265 in quello di Campodarsego e agli altri posti di lavoro “saltati” nelle varie fabbriche della Carraro nel mondo. Lo stabilimento di Maniago, è stata la posizione dei vertici aziendali, ha grandi potenzialità, ma necessita di una riorganizzazione.
Tale riorganizzazione interesserà, appunto, 167 unità: nello specifico, 130 operai a tempo indeterminato, 15 impiegati a tempo indeterminato e 22 lavoratori a tempo determinato. Non si farà ricorso alla cassa integrazione. Il gruppo metterà in mobilità i dipendenti in esubero.
Immediata la reazione dei lavoratori e dei sindacati che hanno giudicato inaccettabile il piano. I lavoratori, riuniti in assemblea alle 14, davanti allo stabilimento, hanno formato un corteo che ha raggiunto la piazza di Maniago. É la prima manifestazione di piazza dal 1974, quando scesero a manifestare i coltellinai colpiti dalla crisi. I lavoratori sono stati successivamente ricevuti dal sindaco, Alessio Belgrado.
La decisione del gruppo Carraro «è irriguardosa nei confronti del territorio, poco industriale e molto finanziaria» afferma Massimo Albanesi della Fim-Cisl, il quale osserva: «È un progetto che non ci pare voglia riconfigurare una nuova azienda mantenendo l’occupazione». E aggiunge: «Attendiamo un piano industriale chiaro. E, comunque, il nostro obiettivo rimane quello di “congelare” l’occupazione nell’attesa di una ripresa del mercato e la ricerca seria di nuove opportunità. Solo così manterremo professionalità, lavoro e redditi, salvaguardando il tessuto sociale di Maniago e dei comuni vicini».
«A fine luglio – evidenzia Gianluca Pitton della Fiom-Cgil – ci avevano detto che Maniago era un centro strategico. Adesso, invece, ci comunicato che lasciano a casa metà gente. Ci viene, allora, qualche dubbio: o ci hanno detto cose sbagliate, o ci hanno tenuta nascosta la verità, giocando in modo non corretto». «Il piano industriale del gruppo Carraro è come la tela di Penelope - spiega facendo riferimento al fatto che non è stato ancora presentato -. A questo punto faccio un appello al senso di solidarietà e a tutti i lavoratori: se non creiamo una massa critica sufficiente, sarà difficile arrivare fino in fondo».
Alle sorti della Siap, però, è legato anche l’indotto, il quale conta circa 400 lavoratori: aziende che subiranno ripercussioni dalla decisione del gruppo Carraro. Per oggi è stata convocata una giornata di sciopero. Alle 13 i lavoratori si ritroveranno davanti al piazzale dello stabilimento per partire alla volta di Udine, per organizzare una manifestazione durante l’incontro tra i vertici del gruppo Carraro, il vicepresidente della Giunta regionale, Luca Ciriani, e i sindaci di Maniago e Gorizia.
Donatella Schettini
A determinare la drastica riduzione del personale, l’andamento dell’ultimo anno e le prospettive per i prossimi tre, cinque anni: una situazione che ha fatto dire ai rappresentanti del gruppo che per garantire la sopravvivenza del gruppo bisogna tagliare. La riduzione di personale prevista nell’azienda maniaghese fa seguito agli 80 esuberi nello stabilimento di Gorizia, ai 265 in quello di Campodarsego e agli altri posti di lavoro “saltati” nelle varie fabbriche della Carraro nel mondo. Lo stabilimento di Maniago, è stata la posizione dei vertici aziendali, ha grandi potenzialità, ma necessita di una riorganizzazione.
Tale riorganizzazione interesserà, appunto, 167 unità: nello specifico, 130 operai a tempo indeterminato, 15 impiegati a tempo indeterminato e 22 lavoratori a tempo determinato. Non si farà ricorso alla cassa integrazione. Il gruppo metterà in mobilità i dipendenti in esubero.
Immediata la reazione dei lavoratori e dei sindacati che hanno giudicato inaccettabile il piano. I lavoratori, riuniti in assemblea alle 14, davanti allo stabilimento, hanno formato un corteo che ha raggiunto la piazza di Maniago. É la prima manifestazione di piazza dal 1974, quando scesero a manifestare i coltellinai colpiti dalla crisi. I lavoratori sono stati successivamente ricevuti dal sindaco, Alessio Belgrado.
La decisione del gruppo Carraro «è irriguardosa nei confronti del territorio, poco industriale e molto finanziaria» afferma Massimo Albanesi della Fim-Cisl, il quale osserva: «È un progetto che non ci pare voglia riconfigurare una nuova azienda mantenendo l’occupazione». E aggiunge: «Attendiamo un piano industriale chiaro. E, comunque, il nostro obiettivo rimane quello di “congelare” l’occupazione nell’attesa di una ripresa del mercato e la ricerca seria di nuove opportunità. Solo così manterremo professionalità, lavoro e redditi, salvaguardando il tessuto sociale di Maniago e dei comuni vicini».
«A fine luglio – evidenzia Gianluca Pitton della Fiom-Cgil – ci avevano detto che Maniago era un centro strategico. Adesso, invece, ci comunicato che lasciano a casa metà gente. Ci viene, allora, qualche dubbio: o ci hanno detto cose sbagliate, o ci hanno tenuta nascosta la verità, giocando in modo non corretto». «Il piano industriale del gruppo Carraro è come la tela di Penelope - spiega facendo riferimento al fatto che non è stato ancora presentato -. A questo punto faccio un appello al senso di solidarietà e a tutti i lavoratori: se non creiamo una massa critica sufficiente, sarà difficile arrivare fino in fondo».
Alle sorti della Siap, però, è legato anche l’indotto, il quale conta circa 400 lavoratori: aziende che subiranno ripercussioni dalla decisione del gruppo Carraro. Per oggi è stata convocata una giornata di sciopero. Alle 13 i lavoratori si ritroveranno davanti al piazzale dello stabilimento per partire alla volta di Udine, per organizzare una manifestazione durante l’incontro tra i vertici del gruppo Carraro, il vicepresidente della Giunta regionale, Luca Ciriani, e i sindaci di Maniago e Gorizia.
Donatella Schettini
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