Manzano, rilancio anche con la cultura
Manzano, il vicesindaco Zamò spiega come intende gestire le sue deleghe: la ripresa economica va intesa a tutto campo
MANZANO. A 4 mesi dall’insediamento dell’amministrazione Iacumin, il vicesindaco Zamò fa un bilancio del primo periodo di governo. «Mi sono speso come candidato ricevendo molte preferenze e accettando la responsabilità di giunta e non condivido il riferimento a una alleanza con il centrosinistra. Sono schematismi, un consiglio comunale non è Montecitorio e quando si governa un Comune si è indirizzati da buonsenso e voglia di fare, non dal desiderio di costruire un progetto politico su base ideologica. Dopo due anni in opposizione, oggi in maggioranza si sentono la pressione, le attese e anche la curiosità per quanto saremo in grado di fare. È una situazione coinvolgente e molto responsabilizzante, che fa capire l’enormità del compito che ci siamo assunti. Ci aiuta il fatto che in questi anni la nostra opposizione non è mai stata preconcetta o ideologica, ma sempre rivolta a questioni concrete e questo ci ha permesso di conoscere bene i problemi e abituarci a riflettere sulle soluzioni».
La cultura per Zamò è non solo il patrimonio artistico da conservare e tramandare, ma anche una fonte di crescita economica e di rilancio dell’intero territorio. «Manzano da sola non va da nessuna parte. Bisogna abituarsi a fare realmente sistema, condividendo progetti senza campanilismi. Per questo ho insistito per tenere assieme attività produttive e cultura: intendo dedicarmi al rilancio economico a tutto campo, partendo dal legno, la nostra tradizione, ma senza trascurare la possibilità di aprire a iniziative innovative a tutto campo. Certo, so che il Comune non ha poteri nello sviluppo economico, ma può diventare un soggetto mediatore in grado di dare un supporto alle nostre imprese in termini non solo di informazione, ma anche relazionali. E questa è forse la principale differenza tra l'impostazione nostra e quella del passato».
Silvia Riosa
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