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I colleghi: era il nostro trascinatore

Aveva creato “Collinrete”, patto tra gli istituti della collina ora citato ad esempio

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SEDEGLIANO. La notizia della morte del “preside” Silvano Bernardis è rimbalzata ieri mattina negli ambienti scolastici come un fulmine a ciel sereno. Tanti erano al corrente che non stava bene ma nessuno si immaginava un epilogo così drammatico.

Sembra impossibile che lui, un “trascinatore” dal punto di vista didattico e umano, un entusiasta e innovativo dirigente, non ci sia più. Un lutto per la scuola collinare, Bernardis era stato l’ideatore nel 2003 e il coordinatore di “Collinrete” una rete di 13 istituti scolastici che si estende da Trasaghis, Gemona, Buja e Sedegliano.

«Sarà difficile coglierne l’eredità – afferma Maurizio Driol, amico, e dirigente dell’Istituto Comprensivo di Basiliano e Sedegliano – a lui si deve la visione territoriale della scuola, lui ne era l’anima, a nome degli istituti di Collinrete esprimo il corale cordoglio per la sua scomparsa che lascia un grande, incolmabile vuoto. A questa associazione ha dedicato tanto del suo tempo professionale, ci credeva ed era convinto che le scuole devono interagire con il territorio. Un esempio concreto dei progetti da lui avviati sono i bandi regionali gestiti tutti insieme, i rapporti con i servizi del distretto sanitario di San Daniele, le varie attività di aggiornamento comune sempre in rete e tante altre iniziative, in campo musicale, sportivo, cinematografico.

«Il dirigente Bernardis che avrebbe compiuto tra pochi giorni 62 anni “non amava la banalità, era un grandissimo lavoratore, dedicava tanto tempo alla scuola nemico della burocrazia, persona che badava ai risultati, sempre alla ricerca di soluzioni nuove” afferma ancora Driol. Prima di San Daniele era stato dirigente a Trasaghis, Aiello e Majano, qui ha trascorso circa 10 anni; il professor Valter Querini “storico” vicepreside ricorda come l’Ics di “Majano e Forgaria” sia stata la denominazione voluta da Bernardis “il territorio gli interessava tantissimo, conferma il prof. L’alunno era per lui al centro di tutto, di conseguenza docenti formati, genitori che dovevano partecipare alla vita scolastica; questo il suo modello ideale di scuola.

La sua gestione alle volte era molto “creativa” perché voleva fare l’impossibile e cercava tutte le strategie possibili per arrivarci. L’ultima sua preoccupazione è stata proprio rivolta alle sue amate scuole e per tutti i progetti, che non voleva mollare».

Maristella Cescutti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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