Il Friuli Venezia Giulia diviso in 17 ambiti
La Collinare fa scuola: dal 1967 quindici amministrazioni gestiscono i servizi assieme
La riforma Panontin approvata dalla giunta Serracchiani prevede l’istituzione di 17 Unioni territoriali intercomunali (Uti) corrispondenti agli attuali Ambiti socio assistenziali. Le uniche eccezioni sono rappresentate dall’Uti giuliana che aggrega attorno a Trieste tre ambiti e dalla Collinare che si appropria di Gemona, strappandolo al Gemonese. Ecco le altre 15: Carnia, Dolomiti friulane, Livenza, Sile, Destra Tagliamento, Noncello Collinare, Friuli centrale, Bassa friulana occidentale e Bassa friulana orientale.
Le Uti comprendono Comuni territoriali contigui, rispettano il limite demografico minimo pari a 40 mila abitanti in pianura e 30 mila in montagna, sono compatibili con i territori aziende sanitarie e ricalcano l’assetto degli ambiti socio assistenziali.
La Regione non sembra molto ben disposta a concedere le deroghe chieste dai Comuni proprio per non andare a modificare una geometria calata sul territorio. L’esempio di Tricesimo è lampante: i cittadini e l’amministrazione si sentono più vicini alla città, mentre i politici temono che il passaggio di Tricesimo all’Ambito udinese possa indebolire Tarcento. Anche Pagnacco era attirato dalla Collinare ben sapendo che quest’ultima non può accoglierlo. Farlo significherebbe mettere in discussione il suo patrimonio. Va comunque ricordato che l’esperienza della Collinare fa scuola, basti pensare che dal 1967 una quindicina di Comuni gestiscono assieme i servizi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori