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David e quell’ideale dimenticato: «Venga il secolo della fraternità»

Ilvincitore del premio Terzani, Van Reybrouck, rispolvera un valore della Rivoluzione francese «L’uomo ha dimostrato che non è solo capace di violenza ed egoismi. Può sperimentare l’altruismo»

2 minuti di lettura

Dalla Rivoluzione del 1789, Fraternité è uno dei tre valori cardine della Repubblica francese. Nel 1823, Ludwig Van Beethoven completa la sua “Nona sinfonia”: aveva composto l'apoteosi ispirandosi a una poesia di Schiller. Al culmine della drammaticità, il coro scandisce con tutta la forza che ha in petto: “Alle Men-schen wer-den Brüüü-der, tutti gli uomini diventano fratelli”.

Ma cosa è successo da allora? La fraternità non gode certo di ottima salute. Quando l’“Inno alla gioia” di Beethoven diventò l'inno d'Europa, nel 1985, fu subito privato del testo originale tedesco, ma che dico, fu privato di qualsiasi testo. Neutralità linguistico-politica… eccetera, eccetera. L'Europa è l'unica costellazione politica al mondo il cui inno si può appena canticchiare. Cosa ci dice tutto questo sul progetto politico dell'Europa? Chi cerca gli ideali della Rivoluzione francese su Google ottiene quanto segue: Libertà: 45.500.000 risultati; uguaglianza: 2.140.000 risultati; fraternità: 603.000 risultati.

Anche la variante piú comune di questo termine, fratellanza, totalizza il punteggio piú basso fra i tre ideali. Ma torniamo alla fraternità, dal mio punto di vista l'ideale piú appassionante della Rivoluzione francese.

L'ex Primo ministro del mio Paese, il Belgio, Mark Eyskens, ha scritto che i tre valori della Rivoluzione francese sono stati proiettati nella storia in fasi diverse: cosí, se il diciannovesimo secolo è stato il secolo dell'uguaglianza e il ventesimo quello della libertà, il ventunesimo dovrebbe essere il secolo della fraternità. La trovo una splendida riflessione. Solo un dubbio: questa previsione si avvererà mai? Caratterizzato dalla lotta per la conquista del suffragio universale, il diciannovesimo secolo è stato, in effetti, il secolo di una maggiore uguaglianza, ma Thomas Piketty ci ricorda anche che nel ventunesimo secolo si dovrà ancora combattere contro nuove forme di disuguaglianza.

E con tanta strada ancora da percorrere, dobbiamo davvero iniziare sin d'ora a parlare di fratellanza? Nel linguaggio politico dell'Occidente, questo termine è totalmente in disuso. Ovviamente, con il termine fraternità si intende legame tra fratelli e sorelle, ma non si sa mai. In inglese si è dovuto sostituire “mankind”, il genere umano, con “humanity”, l'umanità, e in America, terreno di coltura della neutralità di genere, una persona viene definita sinteticamente a “human being”, un essere umano. O forse l’ideale di solidarietà fondamentale risulta troppo aulico in quest’era cosí pragmatica? Mentre la libertà e l’uguaglianza attengono alla sfera dei diritti, e per di piú ai diritti dell’individuo, la fraternità è un valore intrinseco di una comunità.

Questo è fastidioso. Rispetto, a esempio, alla giurisprudenza africana, il diritto europeo è sempre stato molto piú a disagio quando è in gioco la posizione giuridica di una comunità. Ma ciò che sembra politicamente irraggiungibile, non deve necessariamente essere socialmente indesiderabile. Il francese Matthieu Ricard, ha pubblicato il suo “Appello all'altruismo”. Ricard ha conseguito il Ph.D in biologia molecolare sotto la guida del premio Nobel François Jacob ed è figlio del filosofo Jean-François Revel.

Nel 1972 si è recato in India e Nepal per immergersi nello studio della filosofia non-occidentale e oggi è il traduttore francese del Dalai lama.Il libro di Ricard è un unico, lungo appello a coltivare attivamente la compassione, non soltanto tra esseri umani ma anche tra esseri umani e animali ed elementi della natura. Nella stessa misura in cui il divario tra ricchi e poveri non rappresenta uno sviluppo naturale, bensí il risultato di azioni politiche coscienti poste in essere da una generazione all'altra, cosí il comportamento caratterizzato da violenza ed egoismo non è soltanto l'unica cosa che l'essere umano sia in grado di fare.

Quindi, esiste un'altra via. Con il suo straordinario libro sull'altruismo Ricard ha ridefinito in maniera sorprendente il vecchio e dimenticato ideale di fraternità, traghettandolo nel ventesimo secolo. Prima o poi, farà ritorno nell'agenda politica.

(traduzione di Giuliana Ardito)

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