Si assentava dal lavoro per tornare a casa, 3 mesi
In tribunale un dipendente del Comune di Tarvisio: l’esposto partì dal sindaco Assolto per una parte degli episodi. La difesa: si recava in Posta per servizio
TARVISIO. Tutto era partito da un esposto del sindaco di Tarvisio alla Guardia di finanza. Era il 23 gennaio 2013 e da quel momento la macchina investigativa metteva in moto un’attività di appostamenti e pedinamenti durata due mesi. Nel mirino, l’allora responsabile dell’Ufficio personale del Comune, Giancarlo Buzzi, 51 anni, di Tarvisio. Un dipendente, insomma, accusato di assentarsi dal posto di lavoro per farsi gli affari propri. E cioè, per andarsene a spasso, concedersi una sosta al bar o tornarsene a casa, a seconda delle esigenze del momento. Per un totale di 22 episodi accertati. Approdato in tribunale, il procedimento per l’ipotesi di reato di truffa si è chiuso ieri con la condanna dell’imputato per una parte delle contestazioni e l’assoluzione per l’altra.
La sentenza è stata pronunciata dal gup Emanuele Lazzàro, al termine del processo che, su richiesta del difensore, avvocato Francesco Vespasiano, è stato celebrato con rito abbreviato. A Buzzi sono stati inflitti tre mesi di reclusione e 300 euro di multa (pena sospesa con la condizionale), per un totale di 15 assenze, tutte riferite ai rientri nella propria abitazione, situata – specifica il capo d’imputazione – nelle vicinanze dell’ufficio postale di Tarsio. Il verdetto sarà impugnato in appello. Ed è stata proprio l’esigenza di recarsi in Posta per ragioni di servizio la carta giocata dalla difesa, per dimostrare l’infondatezza dell’accusa e scagionare il dipendente dalle rimanenti sette contestazioni, relative a presunte “toccate e fuga” in bar e negozi del centro cittadino. «Il fatto non sussiste», la formula assolutoria adoperata dal giudice.
Diversa e pienamente favorevole a Buzzi, tuttavia, la conclusione a cui era giunta la Procura sia al termine delle indagini preliminari, quando il pm Alessandra Burra aveva proposto l’archiviazione del procedimento, sia nella requisitoria di metà maggio, quando era stata chiesta l’assoluzione su tutto il fronte accusatorio. A ritenere necessario il prosieguo dell’iter processuale era stato il gip Daniele Faleschini Barnaba, che lo scorso 12 dicembre aveva disposto l’imputazione coatta.
Costantemente monitorato dai finanzieri tarvisiani, dopo la segnalazione a firma del sindaco Renato Carlantoni, il dipendente era stato sorpreso ad allontanarsi dal proprio ufficio «timbrando le uscite per ragioni di servizio, oppure non facendo risultare alcuna interruzione dell’orario di lavoro, omettendo di timbrare in entrata e in uscita». Assenze non più lunghe di un’ora, se si esclude l’episodio del 14 giugno, quando, sparito alle 10.50, non lo si era più visto fino al giorno successivo. Nei confronti di Buzzi, che lavora ancora in Comune, lo scorso aprile l’amministrazione ha chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare.
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