«Perdonatemi, ho il cuore straziato»
Ieri l’addio a Giuseppina e Roberto Redivo. Letto il messaggio dell’anziana ai figli
«Questi momenti si vivono nel silenzio, per rispetto delle persone che soffrono. E, da prete, vi dico: questi momenti si vivono anche nella certezza della fede». Omelia di poche parole, quelle del parroco di Roveredo in Piano don Ruggero Mazzega, cui sono seguiti alcuni minuti di silenzio. Quel silenzio che ora cade su una vicenda che una settimana fa ha scosso il paese e di cui tutti gli aspetti sono ormai chiari. Due cuscini di rose rosse e una bianca, crisantemi e ortensie sopra le bare di Giuseppina e Roberto Redivo, ieri pomeriggio. Le salme sono entrate nella chiesa una accanto all’altra, come la coppia, l’11 ottobre 1959, entrò assieme, il giorno del matrimonio. Stavolta è l’addio, davanti ai figli Maria Grazia, che aveva scoperto l’accaduto, e Maurizio, colpiti da un dolore immenso. Attorno a loro, però, si è stretta la comunità. «Sono momenti dolorosi per voi e per tutti – ha esordito il parroco nell’omelia –. Ma questi giorni faticosi li affidiamo con estrema fiducia a Dio». Il celebrante ha quindi letto il messaggio scritto da Giuseppina, trovato dalla figlia. Poche righe, per dire addio e motivare il gesto estremo: «Miei meravigliosi figli, vi chiedo umilmente perdono: non ce la faccio più. Questa sofferenza mi toglie il cervello. Non posso lasciare papà. Ho il cuore straziato».
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