Ippovia transennata Ciclisti e podisti contro il Comune
Contestate le barriere sistemate dopo la caduta di un albero Mancano indicazioni chiare e così tutti ignorano il divieto
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TAVAGNACCO. Una scelta sbagliata. Una soluzione, seppur provvisoria, che crea solo malumori. Le transenne posizionate sull’Ippovia a sud del cimitero di Branco-Tavagnacco, da strumento per garantire la sicurezza dei frequentatori del percorso, sono diventate un intralcio. In pochi si fanno problemi a spostarle e a passare oltre, violando regolarmente il divieto di transito imposto con un’ordinanza del sindaco Gianluca Maiarelli. Esiste un esercito dei ciclisti, perplessi ma anche infastiditi, che trova inaccettabile questa situazione. L’amministrazione comunale, secondo loro, doveva restringere il percorso da subito, senza rendere impraticabile il tratto.
«Arrivi dopo aver pedalato per un paio di chilometri e ti trovi davanti questa transenna – dice un assiduo frequentatore dell’Ippovia sulle due ruote –. Non ci sono indicazioni, né un segnale che dica “Attenzione il percorso si interrompe”. È questa la sicurezza? È ridicolo chiudere la strada per quello che è accaduto. Aveva più senso restringere la carreggiata da subito. Quanto tempo dovremo aspettare?».
Così spostare di qualche metro la transenna e proseguire è diventato uno sport amatissimo. Ma, in realtà, una soluzione alternativa esiste. Proprio a lato delle transenne c’è un sentierino parallelo battuto, segnalato da un nastro bianco e rosso e percorribile da chiunque senza problemi, in bici e a piedi. Quella stradina – “riconoscibile” da una decina di giorni – consente di arrivare proprio alla fine del tratto chiuso, in totale sicurezza perché distante dall’argine del torrente.
Il problema è che pochi se ne sono accorti, preferendo perciò ignorare il divieto di accesso. Accanto agli habituè dell’Ippovia “ribelli” c’è anche chi critica questo atteggiamento. «Ero a passeggio con il mio cane e un ragazzo in mountain bike è passato come nulla fosse, dopo di lui anche una signora – racconta un cittadino di Tavagnacco –. Non ho detto nulla, ma l’inciviltà mi dà fastidio».
L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Abramo, chiarisce i motivi delle scelte effettuate. «Le transenne servono per garantire la sicurezza in un tratto del sentiero che passa sulla sponda erosa del Cormor – afferma –. Se ci sarà la possibilità di una riapertura della strada almeno parziale, con un ovvio restringimento in quel tratto, che consenta il passaggio dei soli pedoni o ciclisti, ma non dei mezzi agricoli, lo faremo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Arrivi dopo aver pedalato per un paio di chilometri e ti trovi davanti questa transenna – dice un assiduo frequentatore dell’Ippovia sulle due ruote –. Non ci sono indicazioni, né un segnale che dica “Attenzione il percorso si interrompe”. È questa la sicurezza? È ridicolo chiudere la strada per quello che è accaduto. Aveva più senso restringere la carreggiata da subito. Quanto tempo dovremo aspettare?».
Così spostare di qualche metro la transenna e proseguire è diventato uno sport amatissimo. Ma, in realtà, una soluzione alternativa esiste. Proprio a lato delle transenne c’è un sentierino parallelo battuto, segnalato da un nastro bianco e rosso e percorribile da chiunque senza problemi, in bici e a piedi. Quella stradina – “riconoscibile” da una decina di giorni – consente di arrivare proprio alla fine del tratto chiuso, in totale sicurezza perché distante dall’argine del torrente.
Il problema è che pochi se ne sono accorti, preferendo perciò ignorare il divieto di accesso. Accanto agli habituè dell’Ippovia “ribelli” c’è anche chi critica questo atteggiamento. «Ero a passeggio con il mio cane e un ragazzo in mountain bike è passato come nulla fosse, dopo di lui anche una signora – racconta un cittadino di Tavagnacco –. Non ho detto nulla, ma l’inciviltà mi dà fastidio».
L’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Abramo, chiarisce i motivi delle scelte effettuate. «Le transenne servono per garantire la sicurezza in un tratto del sentiero che passa sulla sponda erosa del Cormor – afferma –. Se ci sarà la possibilità di una riapertura della strada almeno parziale, con un ovvio restringimento in quel tratto, che consenta il passaggio dei soli pedoni o ciclisti, ma non dei mezzi agricoli, lo faremo».
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