La corsa dei privati ai fondi per l’ex triangolo della sedia
Da presentare entro il 30 le richieste degli imprenditori di 11 Comuni alla Regione Disponibili 3,6 milioni per demolizione, bonifica e ristrutturazione dei capannoni
2 minuti di lettura
MANZANO. Parte la corsa per accaparrarsi le risorse destinate al rilancio della sedia. Gli imprenditori avranno poco più di 10 giorni di tempo per presentare la domanda al bando da 3 milioni e 600 mila euro per demolizione, bonifica e ristrutturazione dei capannoni. Per ora è stata presentata una sola richiesta, ma c’è da attendersi la fila agli sportelli della Regione nei prossimi giorni perché il contributo scadrà il 30 ottobre. E la dimostrazione che l’attenzione sia alta sull’argomento è arrivata martedì sera al Foledor di Manzano dove erano presenti un centinaio di industriali che hanno chiesto informazioni ai funzionari della Regione.
Al tavolo dei relatori c’erano anche il sindaco di Manzano Mauro Iacumin e l’assessore alle infrastrutture e al patrimonio, Mariagrazia Santoro, che hanno rimarcato «l’occasione storica per riqualificare l’intero distretto» dopo l’ultimo decennio di crisi che ha spazzato via aziende e mandato a casa migliaia di lavoratori.
Concetto sottolineato anche dal presidente di Confindustria, Matteo Tonon. L’associazione degli industriali ha lavorato a stretto contatto in questi mesi con la Regione e le amministrazione di Manzano e San Giovanni al Natisone per mettere a punto progetti e iniziative che hanno come base di partenza i 24 milioni derivanti dallo stralcio dell’arteria Palmanova – Manzano. Oltre ai 3,6 milioni di euro del bando, infatti, la Regione con 6 milioni di euro ricostruirà il vecchio ponte sulla regionale 56 tra Manzano e San Giovanni, mentre sono 14,4 i milioni che finiranno a metà nelle casse delle due amministrazioni per progetti di viabilità, fognature e banda larga nella zona industriale. Un vero e proprio restyling che dovrebbe rendere l’area più appetibile per chi vorrà investire e più accessibile ai buyer stranieri.
«Noi crediamo ancora nel rilancio del manifatturiero – sono state le parole di Tonon –, che resta complementare allo sviluppo del settore vitivinicolo, del commercio e dell’agroalimentare che hanno avuto una decisa espansione negli ultimi anni. Le infrastrutture sono vitali per questo distretto, altrimenti l’alternativa è la chiusura».
Il contributo, che può essere richiesto anche con firma digitale, non esclude gli altri benefici fiscali. Ai lavori di demolizione dei capannoni in disuso nel centro storico viene assegnato il massimo punteggio. Seguono gli allacciamenti alla rete infrastrutturale e la riqualificazione energetica. Non è necessario all’atto della richiesta la presentazione del progetto. Il saldo del pagamento avverrà a fine cantiere.
«Questo stanziamento è la dimostrazione – ha detto Iacumin – che la Regione crede in questo territorio».
Per l’assessore Santoro si tratta di «una scommessa, un esperimento che vorremmo ripetere in altre aree industriali. Il “modello Manzano”, ovvero “casa-bottega”, rappresenta ormai la fotografia del passato. E questi capannoni in disuso sono un ostacolo per lo sviluppo dei centri abitati. Per questo abbiamo pensato a questi interventi per rinnovare il distretto. Per la Regione si tratta di un investimento e non di una spesa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Al tavolo dei relatori c’erano anche il sindaco di Manzano Mauro Iacumin e l’assessore alle infrastrutture e al patrimonio, Mariagrazia Santoro, che hanno rimarcato «l’occasione storica per riqualificare l’intero distretto» dopo l’ultimo decennio di crisi che ha spazzato via aziende e mandato a casa migliaia di lavoratori.
Concetto sottolineato anche dal presidente di Confindustria, Matteo Tonon. L’associazione degli industriali ha lavorato a stretto contatto in questi mesi con la Regione e le amministrazione di Manzano e San Giovanni al Natisone per mettere a punto progetti e iniziative che hanno come base di partenza i 24 milioni derivanti dallo stralcio dell’arteria Palmanova – Manzano. Oltre ai 3,6 milioni di euro del bando, infatti, la Regione con 6 milioni di euro ricostruirà il vecchio ponte sulla regionale 56 tra Manzano e San Giovanni, mentre sono 14,4 i milioni che finiranno a metà nelle casse delle due amministrazioni per progetti di viabilità, fognature e banda larga nella zona industriale. Un vero e proprio restyling che dovrebbe rendere l’area più appetibile per chi vorrà investire e più accessibile ai buyer stranieri.
«Noi crediamo ancora nel rilancio del manifatturiero – sono state le parole di Tonon –, che resta complementare allo sviluppo del settore vitivinicolo, del commercio e dell’agroalimentare che hanno avuto una decisa espansione negli ultimi anni. Le infrastrutture sono vitali per questo distretto, altrimenti l’alternativa è la chiusura».
Il contributo, che può essere richiesto anche con firma digitale, non esclude gli altri benefici fiscali. Ai lavori di demolizione dei capannoni in disuso nel centro storico viene assegnato il massimo punteggio. Seguono gli allacciamenti alla rete infrastrutturale e la riqualificazione energetica. Non è necessario all’atto della richiesta la presentazione del progetto. Il saldo del pagamento avverrà a fine cantiere.
«Questo stanziamento è la dimostrazione – ha detto Iacumin – che la Regione crede in questo territorio».
Per l’assessore Santoro si tratta di «una scommessa, un esperimento che vorremmo ripetere in altre aree industriali. Il “modello Manzano”, ovvero “casa-bottega”, rappresenta ormai la fotografia del passato. E questi capannoni in disuso sono un ostacolo per lo sviluppo dei centri abitati. Per questo abbiamo pensato a questi interventi per rinnovare il distretto. Per la Regione si tratta di un investimento e non di una spesa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori