Chiesa in lutto, è morto don Brach: fu per decenni parroco nella Bassa
Don Ottone è spirato a novant’ anni all’ospedale di Gorizia dove era ricoverato da alcuni giorni. Originario di Terzo, si è occupato a lungo della comunità di Fiumicello. Era stato premiato nel 2015
di Elisa MichellutCERVIGNANO. La Bassa friulana piange la scomparsa del sacerdote diocesano don Ottone Brach, deceduto, qualche giorno fa, all’ospedale di Gorizia, dove era ricoverato da alcuni giorni per un improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Originario di Terzo di Aquileia, don Ottone è stato cooperatore e parroco a Fiumicello per oltre 35 anni. Classe 1927, aveva da poco oltrepassato i 90 anni.
Dopo aver terminato gli studi al seminario minore di Gorizia, don Ottone aveva ricevuto, dalle mani del vescovo Antonio Santin l’ordinazione sacerdotale a Trieste, il 2 luglio 1951. Aveva iniziato il suo servizio pastorale come vicario cooperatore a Visco.
Successivamente era stato cooperatore anche a Ronchi e a Fiumicello, parroco a Sagrado e, nel 1978, parroco di San Valentino, sempre a Fiumicello.
«Un servizio – racconta don Renzo Boscarol – che si è concluso nel 2004 ma che è continuato fino a quando la salute ha permesso a don Ottone di essere utile per il ministero. L’arcivescovo lo aveva nominato canonico onorario del Capitolo metropolitano di Gorizia.
Friulano tutto d’un pezzo, ha sempre parlato la lingua materna con tutti, anche se conosceva e parlava il tedesco e lo sloveno. Con rara sensibilità ha cercato e vissuto intensamente il legame tra trasmissione della fede e uso della lingua materna nella predicazione, nella liturgia, nel canto e nella quotidianità delle relazioni».
Il ministero di don Ottone Brach è stato caratterizzato da un’attenzione rinnovata per il mondo dei giovani. «Nella sua esperienza di insegnante di religione e in quella di parroco – aggiunge don Boscarol - ha attraversato stagioni intense della vita della chiesa.
Nella predicazione, come nei rapporti quotidiani, preferiva togliere ogni orpello per presentare anche la fede nella sua concreta realtà di esperienza di vita. Sempre presente agli incontri del clero, ha conservato un rapporto personale intenso e fraterno ma anche una libertà di pensiero e di intenzioni».
Chi lo conosceva bene descrive don Ottone come una persona semplice, che ha lasciato il segno in tante comunità.
«Amava moltissimo stare in mezzo alla gente – il ricordo il fotografo Enzo Andrian, che ha fatto parte del consiglio pastorale di Fiumicello -. Amava benedire le case anche per incontrare i cittadini. Il suo ricordo è più vivo che mai». Numerosi i primi cittadini della Bassa che hanno conosciuto don Ottone.
«In questo territorio – il commento dei sindaci di Cervignano, Gianluigi Savino, e di Fiumicello, Ennio Scridel – don Ottone era molto stimato. Lo ricordiamo con particolare affetto. Era un uomo dal cuore d’oro, una persona affabile e preziosa».
Due anni fa, a Fiumicello, don Ottone era stato premiato con il “Cuore d’oro”, un riconoscimento che l’amministrazione assegna alle persone che hanno operato per il bene della comunità.
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