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Elezioni politiche, sondaggio esclusivo per il Fvg: testa a testa M5s-Pd, il Centrodestra dilaga

Rilevazione Demopolis. I grillini non sfondano e si contendono con i dem lo scettro di primo partito Fi sopra la Lega. Nei collegi senatoriali Ciriani senza avversari, Illy se la gioca. Fi 17%, Lega 14, M5s 24,5, Pd 24

5 minuti di lettura
(ansa)

UDINE. Un testa a testa tra M5s e Pd per affermarsi come primo partito in regione. Una coalizione, quella di centrodestra, che svetta al 39 per cento staccando il centrosinistra di dieci punti. E un collegio ancora contendibile, quello per il Senato di Trieste e Gorizia , dove la candidata di centrodestra (Laura Stabile) è in vantaggio di tre punti ma lo sfidante di centrosinistra, l’indipendente Riccardo Illy, può contare su un consenso personale superiore ai partiti che lo sostengono.

La fotografia è scattata dall’Istituto Demopolis, in esclusiva per il Messaggero Veneto e Il Piccolo. Un sondaggio che consegna ai partiti un 30 per cento di elettorato da poter ancora conquistare, perché solo il 70 per cento degli intervistati ha la certezza granitica di ciò che voterà.



Centrodestra a caccia dell’en plein

A poco più di due settimane dalle elezioni del 4 marzo, la coalizione di centrodestra nelle proiezioni non teme avversari, in Italia come in Friuli Venezia Giulia. A trainare l’alleanza in regione è Forza Italia che, se si votasse oggi, si attesterebbe al 17 per cento (come mostrano le tabelle in alto).

I consensi della Lega, invece, raggiungono quota 14 per cento. Rispetto agli alleati-avversari berlusconiani, però, i leghisti hanno un maggior bacino potenziale – cioè la quota di elettori che prende in considerazione di votare quel partito – capace di spingere il Carroccio fino al 21 per cento delle preferenze. Il bacino potenziale degli azzurri, invece, porterebbe Fi in regione fino al 22 per cento.

A centrodestra, inoltre, Fratelli d’Italia oggi incasserebbe alla Camera il 5 per cento dei consensi, ma i possibili elettori porterebbero i patrioti di Giorgia Meloni ad alzare l’asticella all’8 per cento. Il centrosinistra, invece, si ferma al 29 per cento, con il Pd al 24 (se si votasse oggi) e una possibile iniezione di voti fino al 27.


Fvg palcoscenico della sfida grillini-dem

Il testa a testa in regione è confermato dal sondaggio, in controtendenza rispetto allo scenario dato delle proiezioni nazionali, dove il M5s stacca il Pd di circa quattro punti, con i pentastellati quotati al 27,5 per cento (sempre secondo Demopolis) e i democrats fermi al 23. In Friuli Venezia Giulia, invece, i due partiti si giocano lo scettro.

Oggi i grillini lascerebbero dietro i dem di mezzo punto, raggiungendo la vetta con il 24,5 dei voti, bloccando i renziani al 24. Margine sfuggente con una platea ampia di indecisi. Il 4 marzo varrà la pena seguire il match in diretta, perché nella proiezione è ravvicinato anche il bacino potenziale. Gli elettori che non escludono di scegliere il M5s vanno dal 24,5 per cento al 28, mentre la forbice del Pd è tra il 24 e il 27.



Un consenso fluido

La fotografia scattata è destinata a mutare nelle prossime due settimane. «Quello che emerge dai dati dall’indagine – spiega Pietro Vento, direttore di Demopolis – è un consenso ancora molto fluido: tra quanti immaginano di recarsi alle urne il 4 marzo, il 70 per cento ha già un orientamento preciso, mentre l’11 esprime un’intenzione di voto ammettendo però che potrebbe anche cambiare idea. E c’è un restante 19 per cento, cioè quasi un quinto degli elettori del Friuli Venezia Giulia, che è ancora del tutto indeciso sulla scelta da compiere.

Nel sondaggio realizzato prima del black out previsto dalla legge (con domani si chiude la possibilità di rendere note le proiezioni), Demopolis ha scelto di fotografare non soltanto il voto odierno, ma anche l’elettorato certo, costituito dai cittadini che dichiarano di aver compiuto una scelta definitiva, e il bacino potenziale dei principali partiti. Se si votasse oggi per la Camera, quindi – riassume Vento – il M5s (24,5 per cento) e il Pd (24) si contenderebbero il primato quale prima compagine a livello regionale. Forza Italia avrebbe il 17 per cento, la Lega il 14, Liberi e Uguali (Leu) si attesta al 6, Fratelli d’Italia al 5. Sotto la soglia del 4, invece, resterebbero le altre liste».



Il M5s non sfonda, la Lega cresce

Il 2013 è un’era (politica) fa. Il 24 e 25 febbraio 2013 è l’ultimo paragone possibile con le Politiche. Si votava in due giorni (domenica e lunedì), oggi solo domenica 4 marzo, e la legge elettorale era un abisso. Il 4 marzo debutta il Rosatellum e una differenza sostanziale, ad esempio, è l’impossibilità di voto disgiunto, che allora quasi spopolò. Ogni storia sta per sè, insomma, ma a guardare i risultati di cinque anni fa in Friuli Venezia Giulia i numeri di oggi non si discostano di molto. L’affluenza alla Camera si attestò al 77,2 per cento, restasse lì sarebbe un successo.

La pattuglia di Grillo per Montecitorio incassò il 27,23 per cento, mentre oggi si fermerebbe al 24,5, a dimostrazione che in regione i grillini devono farne ancora di strada per sfondare. Il Pd di Pier Luigi Bersani, invece, arrivò al traguardo del 24,72 per cento mentre ora l’istituto di Vento lo attesta al 24. Oscillazione minima anche per i berluscones, Popolo della libertà che nel 2013 raggiunse il 18,65 per cento mentre il sondaggio di oggi dà Fi al 17. La Lega, invece, risale. Il 2013 è stata la svolta. Finiva l’era di Umberto Bossi – cominciava quella del Carroccio impantanato nelle inchieste giudiziarie – e si apriva l’epoca di Matteo Salvini. In Friuli Venezia Giulia la Lega nel 2013 crollò al 6,72 per cento. Se si votasse oggi sarebbe al 14. In salita anche Fratelli d’Italia che cinque anni fa si fermarono all’1,77 per cento e oggi sono indicati al 5.



Assalto a indecisi e astensionisti

Tutto può ancora accadere. Con un tasso di indecisi ancora alto i partiti possono contare su un bacino potenziale più esteso, perché si tratta di elettori che prendono in considerazione più opzioni per il 4 marzo. Le tendenze di voto rilevate in Friuli Venezia Giulia appaiono in linea con i dati che emergono dal Barometro Politico nazionale di Demopolis, con un minore impatto del M5s rispetto al resto d’Italia. Vento conferma poi una crescente disaffezione al voto, con una significativa riduzione stimata dell’affluenza rispetto alle Politiche del 2013. E l’astensione colpisce indistintamente tutti gli schieramenti politici. Ecco perché i partiti dovranno dedicare il rush finale al recupero di indecisi e di chi pensa a non partecipare.



Il peso delle coalizioni e l’incognita Rosatellum

Con la nuova legge elettorale torna rilevante, per l’assegnazione dei seggi nella quota uninominale, la forza delle coalizioni. «Il peso dei candidati nei collegi uninominali per la Camera e il Senato – argomenta Vento – potrà comunque modificare in modo rilevante il consenso alle liste nella quota proporzionale, perché con il Rosatellum l’elettore potrà esprimere un voto univoco sulla scheda. In assenza della possibilità di un voto disgiunto, quasi i due terzi dei cittadini affermano che il 4 marzo voteranno soprattutto il partito, mentre il 23 per cento pensa di effettuare una scelta guardando ai candidati in lista nei propri collegi, anche se – conclude Vento – di coalizione o partito differenti da quelli che avrebbero naturalmente votato».



Ciriani va, Illy se la gioca

Demopolis ha preso in considerazione anche due sfide dirette nei collegi per il Senato, quello di Trieste e Gorizia e quello di Udine e Pordenone. In quest’ultimo il candidato di centrodestra (Luca Ciriani) gioca un altro campionato rispetto agli avversari di centrosinistra (Isabella De Monte) e del M5s (Maria Chiara Santoro). Ciriani stacca De Monte di 12 punti e la grillina di 16. “Senatore indipendente” è lo slogan di Illy, che non indossa la casacca dem e forse sarà quella scelta a fare la differenza. L’imprenditore del caffè è indietro rispetto a Stabile, ma di appena tre punti, margine che fa dire a Demopolis che la partita tra i due è incerta. Di più. «Illy appare, sul piano del consenso personale, più forte della somma dei partiti che lo appoggiano», certifica Vento. Il 5 marzo meglio assistere alla diretta per vedere come andrà a finire.



Le priorità per il Governo del Paese

Come riportato nel grafico qui sopra, Demopolis ha chiesto agli elettori del Friuli Venezia Giulia di indicare le loro priorità per l’Italia. Al Governo che verrà i cittadini chiedono misure per il rilancio dell’economia (68 per cento), meno pressione fiscale (65), più attenzione nella gestione delle politiche per l’immigrazione (62) e minore burocrazia (53). In Friuli Venezia Giulia, poi, sei elettori su dieci auspicano interventi per la crescita dell’occupazione giovanile.

Il sondaggio: tempi, metodi e il campione

L’indagine è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dall’11 al 14 febbraio 2018 – in esclusiva per i quotidiani Messaggero Veneto e Il Piccolo – su un campione regionale stratificato di 1.400 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Friuli Venezia Giulia. Supervisione della rilevazione demoscopica con metodologie integrate cawi-cati-cami di Marco E. Tabacchi. Coordinamento di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone. Metodologia ed approfondimenti sono disponibili sul sito internet: www.demopolis.it.


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